> > Genova, 8mila foto e video di minori: arrestato pedofilo

Genova, 8mila foto e video di minori: arrestato pedofilo

pedofilo

La polizia Postale di Genova ha arrestato un 40enne pedofilo: conservava 8mila file con foto e video di bambine, anche piccolissime.

Un operaio edile di 40 anni conservava nel suo computer 8mila file di foto e video di bambine, tutti catalogati per età e per tipologia. Molte immagini infatti erano anche violente. La polizia postale di Genova lo ha arrestato dopo una perquisizione in casa. In passato l’uomo era stato condannato per tentata rapina e violenza sessuale ai danni di alcune donne, di cui una minorenne all’epoca dei fatti.

Arrestato pedofilo a Genova

Arrestato dalla polizia postale di Genova un operaio edile di 40 anni residente in Valbisagno. L’uomo è stato trovato in possesso, archiviato meticolosamente, di materiale pedopornografico. Nel corso delle indagini gli agenti hanno scovato infatti 8mila file di foto e video di bambine. I file erano catalogati per età, e si è scoperto così che alcune immagini ritraevano persino neonate e infanti. Tantissimi anche i video, molti dei quali particolarmente violenti.

L’operaio è stato tenuto sotto controllo quando la Polizia postale l’ha classificato come soggetto “a rischio”. In passato l’uomo, che ha subito una condanna per tentata rapina e violenza sessuale ai danni di alcune donne (tra cui una minorenne), era stato infatti trovato in possesso di materiale informatico illegale.

Dopo aver accumulato diversi indizi, gli agenti hanno chiesto una perquisizione in casa. Nel computer del 40enne è stato trovato quindi l’ingente quantitativo di materiale informatico pedopornografico, che è ancora al vaglio degli inquirenti.

Il precedente a Bari

Solo ieri, giovedì 15 novembre 2018, la Polizia di Stato aveva invece arrestato un uomo di 37 anni residente in provincia di Bari per adescamento di minorenni, detenzione di materiale pedopornografico e pornografia minorile. L’indagine era partita a seguito di una segnalazione di una mamma di Pescara, che si era accorta che il figlio riceveva strani messaggi su “Messanger” da parte di un interlocutore anonimo.

L’inchiesta ha portato ad appurare che il profilo Facebook dell’ignoto interlocutore era di un adulto che aveva come “amici” vari ragazzini alle cui foto esprimeva “espliciti” commenti. La Polizia ha così scoperto che il 37enne contattava minori di anni 16 su varie piattaforme social (Facebook, Instagram, Badoo, Telegram e WhatsApp) instaurando con loro relazioni amichevoli. Una volta carpita la loro fiducia con artifizi e lusinghe, incanalava la conversazione su argomenti sessuali proponendo appuntamenti per incontri sessuali.