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Taranto, rubate e vendute cozze tossiche: 7 arresti

cozze tossiche

Cozze ad alto contenuto di diossina venivano spacciate per prodotti di alta qualità: si temono danni inestimabili alla salute pubblica.

A Taranto sette persone sono state arrestate per furto, ricettazione, distribuzione e commercializzazione di prodotti ittici. Le acque della città, tra le più inquinate d’Europa a causa della presenza dell’Ilva, offrono prodotti che necessitano un processo di depurazione prima del commercio. L’organizzazione criminale ricavava ingenti guadagni grazie a false certificazioni di qualità delle cozze vendute, contenenti alte quantità di diossina.

Vendute cozze contaminate a Taranto

Nella notte tra il 22 e il 23 novembre sono state arrestate sette persone a Taranto, di cui due condotte in carcere e cinque agli arresti domiciliari. Il mandante d’arresto è la guardia costiera, con l’operazione ‘Passo e chiudo‘, coordinata dalla Direzione marittima di Bari. Uno di questi, Damiano Lamanna, è un pregiudicato che stava scontando i domiciliari con permesso lavorativo.

A far scattare le indagini della Capitaneria di porto di Taranto sarebbero state denunce di furti da parte di alcuni mitilicoltori nel Mar Piccolo e nel Mar Grande.

La truffa

Secondo quanto accertato dagli investigatori, i criminali agivano usando come base una banchina situata nel Mar Piccolo. Qui trattavano le reti contenenti le cozze rubate, per evitare che potessero essere tracciate, e le confezionavano in sacchi da 10 kg ciascuno. Dopo questa operazione, i sacchi venivano venduti ad acquirenti di fiducia, che potevano così procedere al commercio dei mitili a clienti ignari del pericolo salutare cui andavano incontro, definito nella nota dei carabinieri “inestimabile“.

Al termine delle indagini della Guardia Costiera, la Procura di Taranto ha ottenuto l’emissione di sette ordinanze di custodia cautelare, in cui vengono contestati reati di furto e ricettazione, commercio di sostanze alimentari nocive, commercio di sostanze alimentari contraffatte e adulterate, concorso in reato continuato, e abusiva occupazione di area demaniale marittima.