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Salerno, testimone di Geova accetta una trasfusione: ripudiata

Testimone di Geova accetta la trsfusione: ripudiata dalla comunità e dalle figlie

Grazia Di Nicola è stata ripudiata dalla comunità dei Testimoni di Geova e dalle tre figlie per aver accettato una trasfusione. L'appello della donna.

Grazia Di Nicola è una testimone di Geova quarantottenne, residente a Colliano, a poco più di cinquanta chilometri da Salerno, in Campania. Tre anni fa la donna ha dovuto sottoporsi a un delicato intervento chirurgico. Come prescritto dalle regole del movimento religioso di cui faceva parte, aveva rifiutato le trasfusioni di sangue. Quando però il suo stato di salute è peggiorato e rischiava di perdere la vita, i medici hanno fatto pressione perché accettasse la trasfusione. Grazia Di Nicola ha ceduto alle richieste dei medici, permettendo loro di salvarle la vita. Da quando ha accettato la trasfusione, però, la sa vita è stata sconvolta: è stata ripudiata dalla comunità dei Testimoni di Geova e dalle tre figlie.

Accetta la trasfusione di sangue, ripudiata dalle figlie

Come riporta Repubblica, dopo la trasfusione a cui Grazia Di Nicola ha accettato di sottoporsi, le tre figlie, di 30, 25 e 21 anni, hanno lasciato la casa dei genitori accusando la madre di essere una peccatrice. La donna è stata anche espulsa dalla comunità locale dei Testimoni di Geova. Le tre figlie si sono fatte ospitare in casa di altri membri della comunità di Colliano. Nel mese di gennaio, però, le tre giovani si sono trasferite fuori Colliano, senza informare i genitori della loro destinazione.

Papà, il vostro fratellino ed io vogliamo solo essere sicuri che stiate bene. Rispettiamo le vostre decisioni in campo religioso, questo è fuori discussione. Ma voi rendetevi conto del nostro dolore, voi sapete il bene che vi vogliamo, chiamateci” afferma Grazia Di Nicola lanciando un appello alle tre figlie. Poi aggiunge: “Io ho vissuto il terremoto dell’Ottanta, se quella tragedia si ripetesse oggi, se ci fosse una scossa proprio in questo momento, io non saprei in quale casa sono le mie figlie. Questo non riesco ad accettarlo. È già accaduto in passato un incidente e noi siamo rimasti all’oscuro di quello che era successo, scoprendolo solo molto dopo. Non è normale per un genitore che ha cresciuto con sacrifici i propri figli non sapere dove si trovino, non so che cosa fare, spero che riescano a capire quanto stiamo soffrendo per loro e si facciano vive“.