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Tiziano Renzi "Mai fatto bancarotta, aspettate i processi"

Tiziano Renzi si difende su Facebook

In un messaggio su Facebook, Tiziano Renzi ha ribadito la propria innocenza e quella della moglie Laura Bovoli, vittime di un "massacro mediatico".

Dagli arresti domiciliari nella casa di una delle figlie a Rignano, Tiziano Renzi ha affidato a Facebook la propria verità sulle accuse contro di sé e la moglie Laura Bovoli. “Visto che mi è consentito” usare i social network, ha dichiarato il padre dell’ex premier, ha voluto “ringraziare tutte le persone che hanno fatto sentire in queste ore la loro vicinanza. Non auguro a nessuno – nemmeno al mio peggiore nemico – di vivere mai ciò che la Lalla [la moglie, ndr] e io stiamo vivendo. Tuttavia ci prepariamo a una lunga vicenda giudiziaria consapevoli di un fatto: la verità prima o poi verrà fuori“.

La verità di Tiziano Renzi

Tiziano Renzi ha poi accusato i giornali di essere “pieni solo delle ricostruzioni dell’accusa” e di non lasciare spazio alle tesi della difesa. “Io affermo qui (e purtroppo per il momento posso solo qui) che queste ricostruzioni sono false. Come erano false le vicende del passato dalle quali siamo sempre usciti assolti. A tutti chiedo solo una cosa: aspettate i processi. Aspettate e vedremo chi ha ragione”. Ha definito quello in atto contro di sé e la moglie “un massacro mediatico incredibile. Ed è un incubo non potersi difendere. Vorrei urlare il mio sdegno e invece sono chiuso in casa come un criminale”. È certo che quando saranno dichiarati innocenti, non ci sarà la stessa copertura mediatica di questo momento. “L’avviso di garanzia apre i giornali per settimane, la notizia di archiviazione va nei trafiletti: ci sono già passato più volte”.

“Vogliamo il processo, siamo innocenti”

Il padre dell’ex segretario del Pd ha poi espresso il desiderio di essere sottoposto a un regolare processo per dimostrare la propria innocenza. “Qualcuno vuole fare il processo sui media. Io affronterò il processo nelle aule dei tribunali da cittadino massacrato preventivamente sui media ma da cittadino incensurato che rivendica con forza la propria innocenza. Non abbiamo fatto mai fatture false, non siamo amministratori di fatto, non abbiamo fatto bancarotta, non abbiamo lavoratori in nero. Noi non stiamo scappando: chiediamo solo di essere giudicati”.

Infine, si è rivolto a tutti coloro che li giudicano colpevoli dicendo: “Noi siamo persone oneste e non abbiamo commesso nessuno dei reati di cui ci accusano. Che si possa massacrare qualcuno sui giornali senza dare spazio mai alle ragioni della difesa e alle evidenti contraddizioni dell’accusa è semplicemente ingiusto. Grazie a chi sta pregando per noi, perché per noi è il regalo più grande. E grazie a don Giovanni Nerbini”.