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Pordenone, registrato caso di tubercolosi: colpita bimba di 10 anni

Bimba di 10 anni colpita da tubercolosi a Pordenone

Bimba di 10 anni positiva ai test per la tubercolosi, sottoposti a esami i compagni di classe. Il sindaco: " a bassa contagiosità, niente allarmismo".

Una bambina di 10 anni, residente a Sesto al Reghena nella provincia di Pordenone, in Friuli-Venezia Giulia è risultata positiva ai test per la tubercolosi. La bambina era sotto osservazione da gennaio, dal momento che era entrata in contatto con un adulto che aveva contratto la malattia. Ora è ricoverata per ricevere le cure necessarie. Dopo aver accertato che era affetta da tubercolosi, le autorità sanitarie si sono messe in contatto con il dirigente scolastico della scuola elementare frequentata dalla bambina. Circa una trentina di persone, tra compagni di classe, compagni di doposcuola e maestre, devono essere sottoposte ai test a partire da martedì 2 aprile.

Registrato caso di tubercolosi: test in una scuola

Come riporta Fanpage, sembra che il batterio che ha causato la malattia nella bimba non sia altamente contagioso. Il dirigente scolastico e il sindaco di Sesto al Reghena hanno infatti tranquillizzato i genitori e gli insegnanti della scuola. “Come anche attestato dall’Istituto Superiore di Sanità, la trasmissione non è facilissima, per cui l’invito è ad attendere con tranquillità l’esito dei test e a sottoporsi all’eventuale profilassi” ha dichiarato il sindaco. Il primo cittadino ha poi aggiunto. “Il fatto stesso che l’attività scolastica stia proseguendo regolarmente ci conforta molto e ci fa confidare nella capacità delle autorità sanitarie di gestire per il meglio questa situazione“. Niente allarmismo quindi, non sembra ci sia il rischio che si ripeta un caso simile a quello di fine marzo a Torino.

Il Responsabile di Malattie Infettive dell’Ospedale di Pordenone ha confermato quanto riportato dal sindaco di Sesto al Reghena: “Pur essendo un caso da considerare per definizione bacillifero o contagioso, in realtà va sottolineato il fatto che deve essere ritenuto a bassissima contagiosità anche perché, grazie allo screening avviato da subito in occasione del precedente contatto, siamo relativamente certi che la malattia è presente da poche settimane“.