> > Nuoro, nuova perizia per Francesca: era morta in ospedale per un'ischemia

Nuoro, nuova perizia per Francesca: era morta in ospedale per un'ischemia

muore in ospedale per ischemia

La vittima si è spenta al San Francesco, dove si era recata accusando un forte mal di testa. I parenti chiedono chiarezza sulla vicenda.

Pare abbia avuto una svolta il caso di Francesca Debuggias, la ragazza di 23 anni morta nel 2017 in ospedale a causa di un’ischemia cerebrale fatale. Il gip Claudio Cozzella, venendo incontro alle continue richieste di giustizia da parte dei familiari della vittima, ha disposto una nuova perizia per indagare sul terribile accaduto, dal momento che la prima (di cui la Procura aveva sollecitato l’archiviazione nel 2018) non aveva chiarito del tutto i dubbi sulla morte della giovane. “L’intervento, secondo il nostro consulente, è stato tardivo: la ragazza doveva essere immediatamente portata in Neurologia anziché valorizzare impropriamente alcuni dati riportati sull’uso di cannabis, che può giustificare un malore, ma non certo il disallineamento degli occhi”. Con queste parole si sono espressi i legali della famiglia Debuggias, polemizzando con la procedura seguita dai medici e accennando all’assunzione di sostanze stupefacenti che potrebbe avere preceduto l’ischemia.

La vicenda

Francesca Debuggias, accompagnata dal fidanzato, si era recata il 19 luglio 2017 all’ospedale San Francesco di Nuoro per un forte mal di testa e nausea. Le era stato assegnato il codice verde, essendo stato il suo caso classificato come poco grave. Aveva atteso dolorante il suo turno, finché, dopo sei ore, non era stata stroncata su un lettino da un’ischemia cerebrale.

Nonostante le continue richieste della famiglia, nessuno degli accertamenti medici è mai stato utile a scoprire se i medici avessero potuto salvare Francesca nelle lunghe ore trascorse in sala d’aspetto. L’inchiesta interna all’ospedale, durata un anno, ha infatti stabilito che si è trattata di una morte inevitabile, non dovuta alla negligenza del personale della clinica sarda. I genitori, Antonio Debuggias e Graziella Carpenti, persistono nel sostenere, al contrario, che il decesso della figlia si sarebbe potuto evitare, se solo la giovane non fosse rimasta per diverse ore in pronto soccorso prima di essere sottoposta ai controlli e a esami specifici che avrebbero potuto rendere più chiaro il quadro clinico.