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Reggio Emilia, barista cinese uccisa: killer si costituisce

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Non si conoscono ancora i motivi che hanno spinto il killer a compiere il folle gesto: la sua fuga è durata 10 giorni.

Svolta nel caso della barista cinese uccisa a Reggio Emilia nella giornata di giovedì 8 agosto scorso. Il Resto del Carlino riporta un’importante novità: il killer si sarebbe costituito nella notte del 18 agosto. L’omicida, già identificato nei giorni precedenti, risultava ancora a piede libero, nonostante le numerose ricerche dei carabinieri.

Barista uccisa, killer si costituisce

Hui Stefania Zhou, giovane barista d’origine cinese di 25 anni, è stata brutalmente uccisa nel tardo pomeriggio del tragico 8 agosto scorso: una morte terribile, violenta, avvenuta dopo numerose coltellate. Una ragazza conosciuta da molti e ben voluta dal vicinato, tolta alla vita in un bar della periferia di Reggio Emilia dove lavorava regolarmente. L’omicida, un uomo che era stato visto ogni tanto passare nel bar, intorno alle ore 18 era entrato colpendola direttamente, mentre la giovane era dietro al bancone intenta a servire i clienti. Immediata la fuga dell’uomo, di cui si erano perse le tracce, ma che era stato poi velocemente identificato dalla polizia: Hicham Boukssid, 34enne marocchino. Ma nella notte tra il 18 e il 19 agosto la svolta, come riportato dal Resto del Carlino: l’uomo si sarebbe presentato in caserma, costituendosi dopo 10 giorni di fuga.
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Cosa si sa dell’omicidio

Un omicidio che ha spezzato la tranquillità di un normale pomeriggio d’agosto, ed una fuga durata 10 giorni conclusasi con l’assassino che si è presentato volontariamente nella caserma dei carabinieri di Reggio Emilia. Non si sa ancora nulla del movente dietro il terribile gesto compiuto dall’assassino, i carabinieri provvederanno ora ad interrogare l’uomo cercando di ricostruire i motivi che lo hanno spinto a togliere la vita alla giovane Zhou. Uno dei fratelli della vittima aveva dichiarato qualche giorno fa al Resto del Carlino: “Lavoriamo da dieci anni al bar, e sappiamo riconoscere soggetti pericolosi. Quell’uomo veniva, beveva una birra o un caffè, e se ne andava. Se c’è stata una storia d’amore, era solo nella testa del killer. Brancoliamo nel buio. E ci sembra di non trovare alcuna risposta a questo orrore.”