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Prostituzione a Napoli, l'opinione dei cittadini sulle sex workers

prostituzione a napoli

Sono oltre 120 mila le donne che, ogni anno, lavorano nel mercato della prostituzione online, soprattutto nel centro delle grandi città.

Una realtà nota a tutti, ma di cui si fatica a parlare, per vergogna o ipocrisia. Eppure, i dati parlano chiaro. In Italia ogni anno lavorano, tramite Internet, oltre 120 mila escort, distribuite tanto nelle grandi città quanto tra i piccoli centri in tutta la penisola. Non fanno eccezione Napoli e Torino, scelte da Escort Advisor – il primo sito in Europa che permette di recensire le sex workers – per una campagna di sensibilizzazione sulla realtà della prostituzione online.

Prostituzione a Napoli: i dati

I tempi in cui la prostituzione si concentrava unicamente tra le strade di periferia, nelle ore notturne, sono finite, a Napoli come nel resto d’Italia. “Le zone con la più alta concentrazione di escort sono quelle in pieno centro” spiega Mike Morra, CEO e fondatore di Escort Advisor. A Napoli, il 15% della prostituzione si registra nel quartiere di San Lorenzo, più del 13% del Rione Sanità, molto più dell’1% di Secondigliano e dello 0,38% di Scampia.

“Gli orari in cui le sex workers lavorano di più sono le pause pranzo e i fine turno di lavoro” aggiunge Morra. Cambia anche l’organizzazione del lavoro e, di conseguenza, il grado di libertà delle ragazze: “Il fatturato della prostituzione ormai arriva dal lavoro della escort indipendente, che guadagna bene dai suoi clienti. Tra loro ci sono uomini facoltosi ben inseriti nella società, residenti magari proprio nelle zone centrali come le escort”. Una modalità di guadagno che contribuisce a indebolire anche il racket dello sfruttamento della prostituzione.

Analoga la situazione a Torino: la zona del capoluogo piemontese a più alta concentrazione di escort è il Quadrilatero (232). Il primato a Milano va all’area del Duomo (243); a Roma si registrano 438 sex workers attive nel quartiere Parioli. Al primo posto a Genova si trova il Sant’Ilario di De André, a Bologna la zona Fiera.

La campagna di Escort Adivsor

Per attirare l’attenzione sulla questione e sensibilizzare il grande pubblico, Escort Advisor ha lanciato una campagna, tra il 22 e il 23 ottobre. L’iniziativa consta in una serie di “posti di blocco” a Napoli e Torino, nelle zone a più alto tasso di prostituzione (come avverte il cartello “Zona a massima densità di escort”), in cui giovani in tenuta militare offrono ai passanti risposte materiale informativo (ma anche preservativi).

Non sono mancate le polemiche tra i cittadini indignati e sui social. A San Lorenzo sono intervenuti anche alcuni agenti di polizia che hanno disposto il sequestro del materiale in uno dei due “posti di blocco” e notificato una convocazione in Questura. “È noto quali siano le zone con il più alto numero di escort, ma tutti si nascondono dietro al velo dell’ipocrisia” conclude Morra.

L’opinione dei cittadini

I cittadini del quartiere San Lorenzo, ai microfoni di Notizie.it, hanno commentato la novità introdotta da Escort Advisor. Ne è emersa una tendenza opposta rispetto a quanto ci si potrebbe aspettare (ovvero un parere positivo dei più giovani sul tema). Gli anziani intervistati si sono detti favorevoli e hanno dichiarato di trovare curiosa la possibilità di recensire il lavoro delle sex workers. Alcuni hanno anche proposto l’apertura delle case chiuse. I giovani invece, in particolar modo le ragazze, hanno demonizzato l’esistenza di un sito come Escort Advisor, accusandolo di lucrare sul mercato della prostituzione online. Non è mancato, poi, chi ha riconosciuto nel sito una grande operazione di marketing, una tappa inevitabile nell’evoluzione del mercato dopo la nascita dei social media.