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Aggressione razzista a Bologna, il sindaco: "Insultato bimbo cinese"

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Il sindaco di Bologna Virginio Merola ha denunciato un'aggressione razzista ai danni di un bimbo di origine cinese: "Intollerabile episodio"

Arriva da Bologna la notizia dell’ennesima aggressione di stampo razzista ai danni di un cittadino di origine cinese, nel pieno dell’isteria collettiva da coronavirus. A farne le spese questa volta è purtroppo un bambino di 11 anni, che è stato insultato e spintonato da alcuni coetanei nella giornata del 6 febbraio. L’accaduto è stato subito denunciato dal sindaco del capoluogo emiliano Virginio Merola, che sui social ha affermato di avere già avvertito il questore della faccenda.

Aggressione razzista a Bologna


La notizia è stata diffusa direttamente dall’account ufficiale del sindaco Merola nella serata del 6 febbraio, ponendo l’accento su come la sempre più allarmante psicosi da coronavirus sia in realtà spesso una scusa per sdoganare comportamenti intolleranti e violenti: “Qui non c’entra il coronavirus, c’entra la civiltà. Episodi simili si stanno purtroppo ripetendo a Bologna come altrove e si aggiungono ad altri, di questi giorni, sempre a sfondo razzista. Più grave ancora, in questo episodio, è il fatto che l’aggressione abbia visto come autori altri ragazzi.

Il primo cittadino ha poi puntato il dito contro l’attuale clima politico, che persiste ad alimentare la paura e la rabbia dei cittadini: “La mia sincera solidarietà al bambino e alla sua famiglia. Chiedo a tutti i nostri concittadini di non tacere di fronte ad altri, eventuali, soprusi frutto del clima di odio che una politica becera e irresponsabile sta da tempo alimentando”.

L’invito ad combattere l’intolleranza

Sul finale del post, il sindaco Virginio Merola ha inoltre esortato i suoi concittadini a impedire che episodi come questo diventino la normalità, schierandosi in prima fila proprio per il ruolo istituzionale che ricopre: “Questa volta è il virus, un’altra l’antisemitismo o altre forme di razzismo. Opponiamoci, fermiamo questa spirale. Sono pronto, se lo vorrà, a incontrare la famiglia di questo bambino. Così come ho intenzione di andare dove sarà opportuno, a cominciare dalle scuole, per dialogare su un problema così insidioso e cruciale con i ragazzi e i loro genitori”.