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Coronavirus, Cislaghi: "Va verificato dove avvengono i contagi e a che velocità"

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Cesare Cislaghi - ex docente di economia sanitaria - ritiene che sia necessario definire dove avvengono i contagi e a quale velocità.

Il bollettino di lunedì 20 aprile sui nuovi contagi e decessi per coronavirus in Italia parrebbe delineare uno scenario roseo: i contagi rallentano e con essi anche i morti. In un’intervista per Il Corriere della Sera, l’ex docente Cesare Cislaghi, spiega però che ora la priorità è verificare “dove avvengono i contagi e quale velocità“. Si tratta di individuare tempestivamente il sorgere di nuovi focolai per evitare che possano diffondere il virus ad altre persone. “Ci sono 2.256 persone che ieri non erano contagiate”, ha fatto notare Cislaghi, sottolineando come questo numero sia buono, ma ricordando al contempo che “dobbiamo aspettare metà settimana per essere sicuri” del calo.

Coronavirus, dove avvengono i contagi

Per capire se i contagi sono realmente in calo occorre – secondo Cislaghi – attendere i prossimi giorni. Infatti, “i lunedì e il martedì siamo ai minimi, mercoledì e giovedì ai massimi”. Si tratta della cosiddetta ciclicità settimanale, descritta chiaramente dall’ex docente: “Nei primi due giorni della settimana la comunicazione risente di un ritardo legato al weekend“, ma “il bilancio di questo lunedì (20 aprile ndr.) è migliore di tutti i lunedì del mese”.

Poco più di 2 mila casi, ha comunque commentato Cislaghi, “non sono pochi”, ma occorre tenere presente un altro problema. Non è chiaro infatti se questi nuovi positivi siano emersi nelle case, negli uffici, negli ospedali. Si rende quindi necessario ad oggi “verificare dove avvengono i nuovi contagi” e soprattutto definire “a quale velocità“.