Marco Maffeis, 61enne di Clusone (Bergamo) aveva contratto il coronavirus nel bel mezzo dell’epidemia, costringendo i medici al trasporto presso la terapia Intensiva di Palermo, ma dopo un mese di coma, Marco si è finalmente risvegliato.
Coronavirus, il coma siciliano di Marco
Questa è la storia di Marco Maffeis, 61enne di Clusone (Bergamo) che aveva contratto il coronavirus nel bel mezzo dell’epidemia, finendo in coma per un mese, quando ad un certo punto si è risvegliato.
A raccontare la storia di Marco è il suo medico curante, il dottor Stefano Bonazzi, che durante la sua degenza ha dovuto prendere una decisione importante: trasferirlo da Bergamo a Palermo, visto che nella città orobica la situazione sanitaria era al collasso.
Cure a distanza
“Quando l’ho visto decollare, ho pianto. Era la sua unica speranza“, così esordisce il dottore. “Maffeis è stato il primo portato da Piario fuori regione, con il C-130J dell’Aeronautica militare. Alla fine dell’ondata sono stati in 50, lontano o lontanissimo, in ambulanza o in volo, 15 passati da quella Terapia intensiva arrangiata in un giorno, facendo i salti mortali”.
Il medico poi racconta del coordinamento con l’Aereonautica e i medici di Palermo per il trasferimento di Marco Maffeis, ma soprattutto di come in pochi attimi si accorto che il rapporto formale si sia trasformato in un rapporto di amicizia:“Ricordo perfettamente quando a mezzanotte ho chiamato e ha risposto la figlia. Ne è nata un’amicizia […] Gli tenevo la mano e gli dicevo “non mollare”.