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Coronavirus, Crisanti: "Oms ha sbagliato tutto basandosi sulla Cina"

Coronavirus, Oms ha compiuto errori secondo Crisanti

L'Oms avrebbe sbagliato tutto riguardo al Coronavirus. Secondo il virologo Andrea Crisanti è stato un errore basarsi sui dati della Cina.

Il professor Andrea Crisanti afferma che l’Oms, riguardo al Coronavirus, ha sbagliato tutto: non avrebbe dovuto basarsi sui dati diffusi dalla Cina. Direttore del Dipartimento di Medicina Molecolare dell’Università di Padova e del Laboratorio di Virologia e Microbiologia dell’Università AO di Padova, ha guidato il Veneto fuori dall’emergenza e indetto una conferenza stampa virtuale con diverse testate giornalistiche per parlarne.

Crisanti sull’Oms e gli asintomatici

Il virologo parla di mancanza di trasparenza in Cina, motivo per il quale l’Organizzazione Mondiale della Salute sarà chiamata a rispondere di ciò che ha analizzato e ispezionato durante il sopralluogo: “Sono quindi d’accordo con coloro che ipotizzano che la posizione dell’OMS sia stata influenzata da considerazioni geopolitiche più che di sanità pubblica di interesse mondiale”, dichiara.

“Stanno emergendo numerosi casi di asintomatici che rimangono positivi anche per due mesi”, dichiara aprendo così il suo intervento, “Gli anticorpi neutralizzanti si trovano in grande quantità soltanto nelle persone che hanno avuto una grossa sintomatologia, mentre negli asintomatici questa concentrazione è molto bassa, se non assente”.

Tamponi a tappeto per il Coronavirus

La strategia del virologo sui tamponi si è rivelata vincente per Vo’ Euganeo e tutto il Veneto. “La stessa esperienza ha orientato tutta l’azione dell’ospedale di Padova nel prevenire che diventasse un focolaio di infezione e diffusione”, spiega, “com’è invece accaduto ad Alzano Lombardo, dove il virus ha praticamente distrutto l’intera provincia”.

Su 200mila abitanti ci sono stati 140mila tamponi, per questo motivo Crisanti ha lanciato una campagna che promuove test di massa: “Comprende sia aspetti di carattere operativo nazionale, sia di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e del mondo della politica affinché si tengano pronti per due fasi fondamentali”, spiega. La prima fase è partita con la riapertura del 4 maggio 2020, la seconda avverrà in autunno, periodo di vera sfida secondo il professore.