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Il funerale del poliziotto Pasquale Apicella: le lacrime della moglie

funerale poliziotto Pasquale Apicella

A Secondigliano il funerale del poliziotto Pasquale Apicella: la moglie abbraccia il feretro del marito.

Si è svolto oggi, 8 maggio, a Napoli il funerale del poliziotto Pasquale Apicella, agente scelto del commissariato di Secondigliano morto nella notte del 27 aprile nel tentativo di fermare una banda di ladri che aveva tentato un furbo in una banca di via Abate Minichini. L’ultimo salute all’agente Apicella si è tenuto nella Chiesa Cristiana Evangelica di Secondigliano e la funzione è stata trasmessa in diretta via Facebook sulla pagina Ministero Cristiano Secondigliano e su quella della Polizia di Stato. Nella chiesa, con ingressi contingentati per via dell’emergenza coronavirus, la moglie del defunto, la signora Giuliana, ha abbracciato a lungo la bara del marito. Presenti anche qualche collega, il governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. Contemporaneamente due pattuglie della Guardia di Finanza e due dei Carabinieri sono sul luogo dell’incidente per deporre una corona.

Napoli, il funerale del poliziotto Pasquale Apicella

Diversi gli interventi nel corso della funzione: “Lino era un’anima buona, gentile, simpatica, altruista sempre al servizio del prossimo – ha detto un collega della vittima, Marco CaratoEd è proprio questa ultima caratteristica che ce lo ha portato via. Lui due cose amava più della sua vita: la sua famiglia e il suo lavoro da poliziotto.Da cittadino italiano, da fratello, da padre, da tutti noi, gli dico grazie. Grazie di tutto”.

Le parole del Questore di Napoli

Il Questore di Napoli, Alessandro Giuliano, rivolgendosi ai genitori e alla moglie di Apicella ha detto: “Nulla potrà compensarvi per questa perdita, ma non sarete mai soli e spero ci considererete come la vostra famiglia. Non conoscevo Lino ma ho ascoltato le parole di chi gli ha voluto bene. Mi hanno parlato del suo passato di atleta e del suo amore per il lavoro di poliziotto. Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola. Questa frase, attribuita a Giovanni Falcone, Lino se l’era fatta scrivere sulla pelle, tanta era la sua passione”.

“Se vostro figlio è avvolto nel Tricolore – ha aggiunto il Questore- è perchè voi due avete fatto un buon lavoro. Caro Gennaro – ha detto, rivolgendosi al padre – lei mi ha raccontato che, quando esprimeva preoccupazione, Lino le rispondeva: tu pensa a fare le ceramiche, io a fare ‘o guardio. Ma se Lino era così è anche merito vostro. Siate orgogliosi di voi stessi oltre che di lui. Carissima Giuliana (la moglie, ndr), non esiste una parola che possa consolarti in questo momento e purtroppo dovrai essere tu a spiegare perché hanno subito questa gravissima ingiustizia. Ma quando saranno più grandi raccontagli che il papà era felice. Di’ loro che il papà contribuiva a rendere questo mondo migliore. Di’ loro che sono figli di un eroe“.