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Le intercettazioni su Palamara: "Mollare? Mi devono uccidere"

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Nuove intercettazioni ai danni dell'ex pm Luca Palamara: "Peggio per chi si mette contro di me, io non mollo".

Le intercettazioni ai danni di Luca Palamara danno un quadro preoccupante nel mondo della giustizia. La posta in gioco – le nomine al Consiglio Superiore della Magistratura – è costata carissima al pm che da un anno è indagato per corruzione. E le intercettazioni lasciano spazio a poche interpretazioni: “E secondo te io mollo? Mi devono uccidere. Peggio per chi si mette contro“, dichiarava al telefono – in una chiacchierata con il suo compagno di corrente, Cesare Sirignano – lo scorso 23 maggio 2019. Senza lesinare attacchi durissimi nei confronti dei rivali per le nomine al Csm, ovvero i magistrati rappresentanti la sinistra giudiziaria. Apostrofati da Palamara come: “Dei banditi vergognosi”.

Le intercettazioni su Luca Palamara

Nelle intercettazioni ai danni di Luca Palamara emergono anche gli attacchi agli indirizzi di Matteo Salvini. Fino a ottobre 2018, infatti, Palamara è stato un alleato della sinistra giudiziaria, e anche da questo derivano gli attacchi al leader leghista Matteo Salvini in alcune conversazioni private. Quando a fine agosto 2018 il procuratore di Viterbo Paolo Auriemma si schiera al fianco del neoministro dell’Interno finito sotto inchiesta per via dei migranti trattenuti a bordo della nave Diciotti, Palamara gli risponde: “Hai ragione, ma ora bisogna attaccarlo”.

Pochi giorni dopo manda una foto dalla festa di Santa Rosalia a Viterbo al presidente del’Anm del tempo, Francesco Minisci, “C’è anche quella m***a di Salvini ma mi sono nascosto”. Minisci risponde con un neutro “Va dappertutto”. Qualche mese dopo sarà lui a finire nel mirino di Palamara, che scrive a Sirignano: “Già f*****o Minisci”.