> > Coronavirus a Mantova, chiusi i macelli di Viadana e Castelverde

Coronavirus a Mantova, chiusi i macelli di Viadana e Castelverde

Rischio coronavirus nei macelli di Viadana e Castelverde?

Sono in corso dei controlli nei macelli di Viadana e Castelverde per l'aumento i casi di coronavirus. C'è il timore di focolai nel mantovano?

Dopo i casi riscontrati in Germania, Stati Uniti e Regno Unito, preoccupa l’insorgenza di focolai di Covid-19 in mattatoi anche italiani. L’allarme è scattato nel Mantovano: i macelli di Viadana e Castelverde sono stati chiusi per alcuni casi di coronavirus.

Viadana e Castelverde: macelli focolai di coronavirus?

I tecnici dell’Azienda socio-sanitaria territoriale di Mantova hanno reso noti alcuni controlli che stanno effettuando in loco. In particolare, sono stati chiusi due macelli della zona per casi sospetti di Covid-19. Il primo è a Viadana: il macello della ditta Gardani era stato chiuso la scorsa settimana per la presenza di dodici casi positivi al coronavirus. Ora è la volta del secondo macello Ghinzelli sempre a Viadana: il rischio focolaio sarebbe alto. In questo momento sarebbe in corso il trasferimento dei maiali nello stabilimento del gruppo Pini a Castelverde.

Covid nei macelli: perché così frequenti?

Molti temono una seconda ondata della pandemia e i focolai potrebbero essere gli impianti di lavorazione della carne. L’allarme è scattato in Germania. Da dieci giorni, i tamponi hanno dato esito positivo per oltre 1.500 dipendenti dell’impianto di lavorazione della carne Tönnies e oltre 7mila dipendenti sono in quarantena. Ma perché nelle ultime settimane c’è stato un aumento di positivi nei mattatoi? Secondo gli esperti, i mattatoi presentano condizioni di lavoro precarie. L’ambiente refrigerato, inoltre, permette al virus di mantenersi a lungo. Nelle catene di montaggio è impossibile mantenere la distanza di sicurezza fra i dipendenti.

Accanto a queste motivazioni, non c’è una risposta certa. Sotto accusa è stato posto il modello di lavorazione della carne a basso costo. Il modello consumistico rivela limiti anche sotto il profilo sociale: negli impianti di lavorazione della carne, la forza lavoro è spesso è costituita da migranti che provengono da contesti precari.