> > PA, come saranno i concorsi pubblici? Addio a carta e penna

PA, come saranno i concorsi pubblici? Addio a carta e penna

concorsi pubblici come saranno

La PA verso semplificazione e digitalizzazione: ecco come saranno i concorsi pubblici.

Il ministro della Pubblica amministrazione, Fabiana Dadone, intervenendo alla settima tappa di Riparti l’Italia, il tour virtuale del Movimento 5 Stelle, ha spiegato come nel suo ambito il lavoro del governo in questo momento sia quello di portare la PA italiana al passo con i tempi, sfruttando le tecnologie anche in materia di concorsi. Come saranno dunque i concorsi pubblici? “D’ora in poi – ha detto la Dadone – nei concorsi per le assunzioni nella Pa tutte le prove verranno svolte su supporto informatico. Finora le prove si sono sempre fatte con carta e penna: tutto questo è molto romantico ma la realtà di tutti i giorni non è questa. L’intenzione è quella di inserire anche prove attitudinali traversali che facciano capire come ragiona una persona, che lavori hai svolto nella vita, come reagisce nelle situazioni di stress. Il nostro obiettivo è dotare la pubblica amministrazione di personale qualificato sotto il profilo delle competenze, ma al contempo anche capace di essere elastico e smart”.

Concorsi pubblici: come saranno?

Per la Dadone, inoltre, in Italia la Pubblica Amministrazione avrebbe ripreso ad assumere, superando dunque un blocco durato più di un decennio. “Stiamo iniettando nella pubblica amministrazione 500mila persone”. Nelle parole del ministro c’è la promessa di concorsi svolti con l’ausilio di sopporti informatici, ma ancora nessuna traccia delle tempistiche attuative.

Si è parlato molto in questi giorni anche del smart working nella PA. Così la ministra sul tema: “Per il futuro punteremo sullo smart working anche nella pubblica amministrazione, con un piano organico a partire dal prossimo gennaio. Il Covid ci ha spinti a capire che il nostro settore, che sembrava l’ultimo per queste cose, può invece essere in prima fila. Da gennaio partirà il piano per capire come rivoluzionare il lavoro: si dovranno individuare le attività che si possono svolgere da remoto e al loro interno si potrà organizzare lo smart working per almeno il 60% dei dipendenti”. Una rivoluzione che “farà bene all’ambiente e farà rivivere le periferie e nel contempo ci sarò più produttività”.