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Portici, l'omicidio della ricercatrice: uccisa con gli organi estratti

Portici, l'omicidio della ricercatrice: uccisa con gli organi estratti

Gli agenti stanno indagando sull'omicidio-suicidio di Portici. Non si escludono ipotesi, mentre emergono dettagli raccapriccianti.

Emergono dettagli sull’omicidio della ricercatrice lucana uccisa a Portici dal suo compagno. La donna, 59 anni, è stata ammazzata prima che l’autore stesso dell’atto efferato si lanciasse dal balcone di casa. Al momento, sono in corso gli accertamenti dei Carabinieri per capire cosa ha spinto l’uomo a compiere questo omicidio-suicidio.

Omicidio a Portici: ricercatrice uccisa dal compagno

Il 27 luglio scorso, nella città campana di Portici, una donna di 58 anni, Maria Alagisa Nicolai, è stata uccisa dal compagno con coltellate. L’uomo, Giovanni Fabbrocini, 55 anni, si sarebbe lanciato dal balcone di casa e sarebbe morto. Non sono note le dinamiche dell’incidente. È, tuttavia, emerso un dettaglio raccapricciante: l’uomo avrebbe estratto dalla sua compagna alcuni organi poco prima di ammazzarsi. La donna sarebbe morta poco prima del suicidio del compagno. Giunti sul posto perché allertati dai vicini, gli agenti hanno trovato la donna riversa in una pozza di sangue.

Una coppia affiatata a Portici

Nicolai era una ricercatrice molto stimata originaria di San Severino Lucano (Potenza). Con il compagno stavano organizzandosi per raggiugnere la sua famiglia in Basilicata. Chi li conosceva non si sarebbe mai aspettato una simile efferatezza. Invece, è quanto è realmente avvenuto. Gli inquirenti stanno toccando tutte le piste possibili. Secondo alcuni testimoni, i due litigavano spesso. Fabbrocini avrebbe rinfacciato alla sua compagna – una ricercatrice scientifica – di aver sottovalutato il coronavirus.

Eppure, la ricerca di una spiegazione logica a tale delitto non c’è. Si è così spenta con una brusca interruzione la vita di una donna molto stimata nel suo ambito di competenza.