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Coronavirus, guarito dopo 5 mesi: "Non è facile ricominciare"

Guarito dal Coronavirus

Un paziente è finalmente guarito dal coronavirus dopo cinque lunghi mesi in terapia intensiva.

Gianfranco Medicini, tassista di 55 anni, è guarito dal coronavirus dopo cinque mesi. “Non è facile ricominciare” ha spiegato nel suo primo lungo post, dopo mesi di rianimazione, e ha ottenuto centinaia di messaggi di auguri e di congratulazioni. L’uomo è ritornato a vivere e ha voluto salutare il mondo dal letto dell’ospedale, circondato dall’equipe di medici, infermieri e oss che lo hanno seguito in questi mesi nel reparto di rianimazione universitaria diretta da Luca Brazzi. Cinque mesi di terapia intensiva per sconfiggere il Covid.

Uomo guarito dal coronavirus

Ero in condizioni disperate ma ora sono fuori pericolo. Dovrò fare riabilitazione per camminare, venerdì ho fatto i primi passi con il deambulatore, che emozione” ha scritto Gianfranco Medicini. “Spesso in Italia si sente parlar male della sanità. Io vorrei invece segnalare un reparto virtuoso ,dove ho passato 148 giorni, il Centro di Rianimazione Universitario 1, detto più familiarmente Car. Lì ho trovato medici e infermieri che lavorano sodo, di grande umanità, ben oltre il loro dovere professionale. Non auguro a nessuno di finire in quel reparto, perché significa che siete in gravissime condizioni fisiche, ma se dovesse succedere sappiate che siete in mani eccellenti! Non conta l’età che avete: finché un alito di vita vi pervade ‘loro’ non mollano, faranno di tutto per tenervi vivi. Ho trovato un piccolo angolo di efficenza Svizzera nel cuore di Torino.Un sentito ringraziamento a tutto lo staff del Car, per come sono stato trattato e al chirurgo Luca Petruzzelli” sono le parole del tassista, che finalmente sta meglio.

Medicini ha trascorso 148 giorni al secondo piano delle Molinetti e ha combattuto quotidianamente la sua battaglia, insieme al personale medico che lo ha sostenuto. Ci sono stati dei giorni in cui sembrava non ci fossero speranze, ma l’uomo ce l’ha fatta. “Anche mia moglie in questa vicenda è stata fondamentale. Ha dimostrato coraggio, ha dovuto prendere decisioni critiche, sono morto orgoglioso di lei” ha aggiunto l’uomo. Il tassista aveva avuto la febbre a marzo, ma i valori di ossigeno nel sangue erano così bassi che è stato portato in ospedale, dove è finito in coma. L’uomo ha avuto una complicanza dietro l’altra ed è finito in sala operatoria tre volte in cinque giorni. Nessuno pensava che si potesse salvare, ma la moglie e i medici hanno fatto il possibile. “Devo imparare da zero a fare molte cose. Ho dovuto imparare a bere di nuovo. Quando mesi fa i medici mi hanno detto che sarei tornato a parlare non ero sicuro. Ora parlo anche se questa non è ancora la mia voce. Anche su questo il personale in ospedale è stato grandioso: leggevano il labiale, si sforzavano di capire i miei tentativi di comunicazione quando non potevo parlare” ha spiegato. L’uomo al momento è ancora ricoverato. La riabilitazione è lunga ma non vede l’ora di tornare a casa.