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Lockdown regionali, l'ipotesi del Cts per istituire le maxi zone rosse

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Secondo il Comitato tecnico scientifico per contenere l'epidemia possono essere necessari soltanto dei lockdown regionali mirati sulle zone a rischio.

Maxi zone rosse e lockdown regionali, se non addirittura limitati alle singole aree metropolitane: sono queste le indicazioni del Comitato tecnico scientifico per far fronte all’attuale seconda ondata della pandemia di coronavirus, che attualmente sta facendo registrare numero ben superiori a quelli della scorsa primavera. Il nodo cruciale rimane infatti il repentino intervento sulle aree più duramente colpite del territorio nazionale, come ad esempio quelle di Milano, Torino Genova e Napoli.

Lockdown regionali, l’ipotesi del Cts

La proposta lanciata dal Cts potrebbe essere presentata sul tavolo del vertice tra governo e Regioni attualmente in corso nella giornata di domenica, con un’eventuale approvazione che potrebbe anticipare la firma del Dpcm prevista invece per lunedì 2 novembre. Un’ipotesi che tuttavia va in contrasto con le indicazioni di alcuni presidenti di Regione come il campano Vincenzo De Luca, strenuo difensore di un lockdown su scala nazionale.

L’esecutivo starebbe infatti approvando una chiusura delle attività con annesso stop agli spostamenti per quelle regioni in cui l’indice di contagio Rt è attualmente superiore a 2, cioè più del doppio del valore considerato dagli esperti come la soglia di sicurezza per evitare una diffusione capillare del contagio. Le regioni maggiormente colpite al momento sono Lombardia e Piemonte, con situazioni di particolare gravità anche in Valle d’Aosta e nella provincia autonoma di Bolzano, anche se lo stesso Comitato tecnico scientifico considera auspicabile l’istituzione di maxi zone rosse per le aree metropolitane di Milano, Torino, Genova e Napoli.