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Scuola, il ministero: lezioni in presenza per figli di medici e infermieri

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Le lezioni per i figli di medici, infermieri e farmacisti saranno in presenza tra i banchi di scuola.

Il Governo ha scelto di facilitare le vite degli operatori sanitari, che in questi mesi stanno lavorando giorno e notte per contrastare l’emergenza Coronavirus. Per questa ragione, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale, i figli di medici, infermieri e farmacisti potranno continuare a seguire le lezioni in presenza. Lo ha annunciato il Ministero dell’Istruzione attraverso una nota.

La nota del Ministero dell’Istruzione

Il Ministero dell’Istruzione ha chiesto ai presidi degli istituti di compilare un questionario al fine di comprendere quanti figli di operatori sanitari sono presenti nelle classi e a quanti di loro è concessa la didattica in presenza. Il dpcm del 3 novembre, infatti, prevede che i figli di medici, infermieri e farmacisti, in gruppi limitati, continuino a seguire le lezioni tra i banchi. La ragione sta nel fatto che gli orari di lavoro dei genitori non sono compatibili con quelli delle lezioni a distanza, per cui non possono assisterli nel modo più giusto in casa.

Ai loro figli deve essere garantito il diritto allo studio“, si legge nella nota del ministero rivolta ai presidi. In molti, tuttavia, finora non avevano ancora messo in atto tale possibilità. Per questa ragione il Ministero dell’Istruzione ha voluto spronare gli istituti di ogni grado ad attuare il provvedimento. In particolare, quelli superiori, chiusi in tutte le regioni d’Italia.

Non soltanto gli studenti portatori di handicap torneranno tra i banchi, dunque, bensì anche i figli di medici, infermieri e farmacisti. “Se sei un medico non puoi fare smart working“, ha detto Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi. “Nelle zone rosse, come in Puglia e in Campania, la Didattica a distanza è richiesta a ragazzini di undici, dodici anni. Il provvedimento vuole assicurarsi che strati di popolazione particolari abbiano garantito il diritto allo studio universale“.