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Covid, gli esperti italiani sono incoerenti: lo studio

confusione coronavirus generata da esperti italiani incoerenti

Secondo uno studio condotto da Reputation Science, gli esperti italiani, in materia di Covid, sarebbero incoerenti nelle loro esternazioni

Troppa incoerenza tra gli i cosidetti “esperti” italiani, che negli ultimi mesi si stanno occupando della questione Coronavirus. Sarebbe questa la fotografia scattata da uno studio condotto da Reputation Science.

Covid, esperti italiani incoerenti

Secondo lo studio di Reputation Science, società italiana che analizza dati usando modelli matematici per fornire e implementare strategie di comunicazione, le dichiarazioni di virologi, medici ed esperti, hanno generato un senso di confusione nella popolazione, oltre a fornire dati non omogenei e in contrasto l’uno con l’altro, come dichiarato da Auro Palomba, presidente di Reputation Science: -“Questo eccesso di voci continue, sovrapposte e contrapposte ha sortito l’effetto di disorientare ulteiormente. È chiaro che si tratta di una situazione inedita. Però chiunque parli deve tenere conto degli effetti che le sue parole potranno sortire”. 

In base alle analisi effettuate, si è calcolato che ogni giorno sul web sono stati prodotti oltre 230 contenuti generati dagli esperti di virologia, per un totale di oltre 70.000 contenuti. Se poi si considera l’incoerenza nelle dichiarazioni rilasciate dagli esperti, si capisce bene il senso di confusione del cittadino nell’ascoltare le notizie riportate.

Troppi gli esperti che hanno cambiato parere nel corso della pandemia, così come contrastanti sono stati anche i pareri riguardanti la gravità della pandemia e la severità delle misure di contenimento. 

Come si legge nel report dello studio: -“Durante i dieci mesi presi in esame, ogni giorno, le esternazioni degli esperti hanno generato circa 234 contenuti sul web; allo stesso tempo ogni dichiarazione ha generato in media 586 contenuti online in totale”

Quali i criteri usati per lo studio?

Reputation Science ha dato conto anche di come si sono approcciati all’analisi dei contenuti e di quali siano stati i criteri per la valutazione: -“Le oltre 120 dichiarazioni rilasciate ai media e analizzate dallo studio sono state analizzate attraverso due indici numerici: l’indice di allerta, cioè l’orientamento prevalente di ciascun esperto rispetto al grado di rigidità delle misure di contenimento da adottare, e il grado di coerenza tra le varie opinioni espresse nel tempo da ciascuno”. 

Come risultato finale, si è ottenuto che Pregliasco è stato il più coerente, seguito da Locatelli e Bassetti, che stacca di poco Massimo Galli. 

Come spiega Andrea Barchiesi, CEO di Reputation Science: -“I dati riportati in questa analisi non sono solo statistiche sulla comunicazione dei soggetti analizzati, ma sono numeri in grado di cambiare lo scenario percettivo. Non si tratta infatti di un sondaggio sul loro gradimento, ma di una misurazione analitica dei contenuti che riprendono le loro dichiarazioni pubbliche. Se ogni opinione espressa dall’esperto sul Covid19 è stata ripresa in media più di 200 volte al giorno su quotidiani, siti di informazione, social, significa che il lettore è stato sottoposto a una grande pressione mediatica, ogni giorno, ricevendo messaggi spesso contrastanti, ad elevata frequenza e intensità. Questo ha contribuito ad aumentare il livello di infodemia perché i cittadini si trovano di fronte sempre nuove voci, con posizioni diverse, sugli stessi argomenti”.