In Italia ci si prepara al nuovo dpcm, quello che conterrà le misure e le regole da seguire durante le feste le Natale, e si guarda sempre al livello di rischio dei vari territori. A preoccupare è in particolare il Veneto per stessa ammissione del presidente Luca Zaia: “L’Rt del Veneto – dice il leghista – è 1,20 che sarebbe stato virtuoso due settimane fa, oggi è tra i più alti a livello nazionale. Se ci mettiamo poco impegno nel distanziamento sociale, è inevitabile che l’Rt si alzi. E quindi passiamo ad un colore diverso di zona“. Il Veneto rischia dunque di scivolare in zona arancione, con l’amministrazione locale che proverà a fare di tutto per evitarlo. Oltre all’indice Rt nel territorio sale ancora la pressione sui ricoveri in ospedale con i pazienti covid in area medica che sono 2.608 (+26), mentre quelli in terapia intensiva 339 (+8).
Covid Zaia Rt Veneto
C’è poi l’annoso tema delle piste da sci. Le Regioni dell’arco alpino chiedono di poter riaprire le proprie strutture per salvare il turismo e il fatturato. In tal senso però il governo centrale sembra aver preso ormai una decisione netta e decisa sul no allo sci, almeno durante il periodo natalizio. La proposta che i territori interessati intendono avanzare è quella di aprire gli impianti solo a coloro che hanno una seconda casa e sono ospiti di alberghi.
L’ipotesi piace a Marco Michielli, presidente veneto di Confturismo e di Federalberghi, che ha detto: “Per l’ennesima volta si dimostra che la vicinanza delle regioni autonome, e non, alle esigenze della popolazione e dell’economia marciano a una velocità diversa da quella a cui viaggiano le istituzioni romane. Bene hanno fatto gli assessorati di tutte le regioni alpine a unirsi per formulare una proposta che riteniamo seria e soprattutto praticabile“.