> > Covid, i nuovi parametri per stabilire i colori delle Regioni

Covid, i nuovi parametri per stabilire i colori delle Regioni

Regioni

Sono stati stabiliti dei nuovi parametri per decidere come dividere le Regioni nei vari colori.

Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge in cui sono stati stabiliti dei parametri nuovi per dividere le regioni italiane nei vari colori che sono stati associati a diversi livelli di rischio epidemiologico. Questi colori determinano le misure restrittive per limitare il contagio di Covid. La novità principale è l’introduzione di un nuovo colore, ovvero la fascia bianca, ma sono stati anche scelti dei nuovi parametri per rendere più facile l’applicazione della zona arancione, che saranno validi fino al 5 marzo.

In base a questi parametri, quasi metà del Paese potrebbe finire in zona arancione: Lazio, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Puglia, Liguria, Piemonte, Marche, Calabria e le province autonome di Bolzano e Trento. Tre le regioni a rischio zona rossa: Lombardia, Sicilia ed Emilia Romagna (attualmente arancioni). Infine, Toscana, Sardegna, Molise, Abruzzo e Valle d’Aosta sono candidate alla zona gialla.

Nuovi parametri per i colori

I colori delle regioni dipendono da tre macroaree, ovvero l’incidenza settimanale del Covid ogni 100mila abitanti, i livelli di rischio e gli scenari. Per valutare l’incidenza settimanale è stata fissata una soglia a 50 casi ogni 100mila abitanti, ma l’indicatore deve essere incrociato con altri due, ovvero i livelli di rischio e i quattro scenari. In tutto ci sono 24 possibili combinazioni, a cui se ne aggiunge una in più con l’introduzione della fascia bianca. Al momento tutte le regioni sono sopra la soglia dei 50 casi settimanali per ogni 100mila abitanti. La regione con il dato più basso è la Sardegna, con 78 casi ogni 100mila abitanti. Il livello di rischio basso, medio o alto si ricava dall’analisi dei 21 indicatori scelti per monitorare l’andamento dell’epidemia. Ogni giorno le regioni inviano una serie di dati alla cabina di regia, che deve valutare la situazione. La valutazione si basa sul numero dei nuovi focolai individuati con i tamponi, sull’andamento degli accessi al pronto soccorso per Covid, sul tasso di occupazione dei posti letto nelle terapie intensive e sull’efficienza del sistema di tracciamento. Per determinare gli scenari, invece, viene preso in considerazione il valore dell’indice Rt, cioè l’indice che misura quanto viene trasmesso il virus. Con indice Rt inferiore a 1 si va nello scenario 1, con indice Rt tra 1 e 1,25 si va nello scenario 2, con indice Rt tra 1,25 e 1,5 si va nello scenario 3 e con indice Rt superiore a 1,5 si va nello scenario 4.

Le novità riguardano l’introduzione dell’area bianca e l’estensione dell’area arancione. Nell’area bianca entreranno tutte le regioni con uno scenario 1, un livello di rischio basso e un’incidenza dei contagi, per tre settimane consecutive, inferiore a 50 casi ogni 100mila abitanti. In queste zone non si applicheranno le misure restrittive previste dai dpcm per le zone gialle, arancioni e rosse, ma ci saranno dei protocolli specifici più permissivi. Roberto Speranza, ministro della Salute, ha spiegato che entreranno nella zona arancione tutte le regioni con un rischio alto, secondo i 21 parametri, ma dal testo del decreto questo sembra valido solo per le regioni sopra la soglia dei 50 casi settimanali ogni 100mila abitanti. Un’altra novità riguarda la comunicazione degli aggiornamenti quotidiani relativi alla quantità di tamponi antigenici effettuati nella regione. In molti casi, infatti, è stato autorizzato l’uso del tampone antigenico rapido per determinare un caso di Covid-19. Nel bollettino quotidiano verranno aggiunti anche il numero dei nuovi positivi trovati grazie ai test antigenici e il numero di questi test effettuati ogni giorno.