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Dati Lombardia, Galli: "I gelsi non fanno l'uva"

Galli

L'infettivologo ha detto la sua riguardo ai dati della Lombardia, regione finita in zona rossa per una settimana: "Grossa leggerezza".

Il virologo Massimo Galli, ospite a L’aria che tira su La7, ha parlato della situazione della Lombardia, rimasta in zona rossa per una settimana. A detta dell’infettivologo ci sarebbe stata “una grossa leggerezza, un palese errore”. Galli ha spiegato: “Errori sui dati della Lombardia? I gelsi non fanno l’uva, si dice a Milano…”. Il tutto si sarebbe verificato a causa di un problema della comunicazione dei dati. Secondo l’Iss, la responsabilità sarebbe da attribuire proprio alla Regione. Tornando a Galli, il direttore delle Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano ha precisato: “Dispiace dirlo, credo che ci siano discrete evidenze in proposito, è difficile discutere quanto tu avresti mandato dati contro il tuo interesse”.

Dati Lombardia, Galli dice la sua

Sempre riferendosi al caso Lombardia, il professor Massimo Gali ha chiarito: “Non credo sia stato fatto apposta ovviamente, ma diventa veramente dura trovare altre interpretazioni” e poi ancora: “Lo dico con imbarazzo e senza nessuna voglia di mettere in croce nessuno, ma ora tanto vale mettere un punto fermo e andare oltre. E’ inutile discutere su questioni che poi non possono essere sostenibili”.

Lombardia, la richiesta del Pd alla Giunta

In occasione della seduta del Consiglio regionale previsto per il prossimo 2 febbraio, il Pd proporrà una mozione urgente, con cui si chiederà alla Giunta il risarcimento dei danni causati dall’attribuzione della zona rossa in Lombardia. Il consigliere Jacopo Scandella ha fatto sapere: “La Regione deve risarcire adeguatamente quelle attività commerciali che sono state costrette a chiudere, con perdite importanti di fatturato, a causa di un grave errore che ha determinato l’erronea attribuzione della zona rossa” spiegando che sarebbe stato “un errore determinato da una scorretta valutazione e trasmissione dei dati all’Iss da parte della stessa Regione Lombardia, nonostante Fontana e Moratti continuino a pretendere di far credere il contrario, senza presentare alcun riscontro documentale”.