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Varianti, aumentano le zone rosse: dal Molise al Lazio all'Umbria

Covid Chieti Pescara zona rossa

La diffusione delle varianti del virus continua a spingere sindaci e governatori a istituire zone rosse: aumentano i territori in lockdown.

Continuano ad aumentare le zone rosse istituite dagli amministratori locali a seguito dello sviluppo di focolai legati alle varianti, specie quella inglese: dalla Lombardia al Molise all’Umbria, sono decine i comuni finiti in lockdown.

Zone rosse per le varianti

In Lombardia per il momento la Regione ha dichiarato zona rossa quattro comuni dove si sono registrati focolai legati alla mutazione britannica. Si tratta di Castrezzato, in provincia di Brescia, Viggiù, in provincia di Varese, Mede, in provincia di Pavia, e Bollate, alle porte di Milano. Le chiusure rimarranno in vigore fino al 24 febbraio. In Umbria, regione in fascia arancione, la diffusione delle varianti inglese e brasiliana ha fatto finire in fascia rossa oltre cinquanta comuni della provincia di Perugia e sei comuni della provincia di Terni (Lugnano in Teverina, Attigliano, Calvi dell’Umbria, Amelia, San Venanzo e Montegabbione).

In Abruzzo il lockdown riguarda le province di Chieti e Pescara, dove il 65% dei nuovi casi Covid è legato alla variante inglese, mentre in Molise 27 comuni tra cui Termoli. Si tratta di Acquaviva Collecroce, Casacalenda, Castelmauro, Civitacampomarano, Colletorto, Guardialfiera, Guglionesi, Larino, Mafalda, Montecilfone, Montefalcone del Sannio, Montemitro, Montenero di Bisaccia, Montorio nei Frentani, Palata, Petacciato, Portocannone, Ripabottoni, Rotello, San Felice del Molise, San Giacomo degli Schiavoni, San Giuliano di Puglia, San Martino in Pensilis, Santa Croce di Magliano, Tavenna e Ururi.

Anche il Lazio non è esente dalla zona rossa, per ora istituita nel comune di Roccagorga (Latina) dopo l’aumento dei contagi. In questo caso le autorità sanitarie hanno escluso la presenza di mutazioni. Preoccupa anche la situazione in Alto-Adige, dove è già in vigore la zona rossa ma gli amministratori hanno imposto misure ancora più rigorose nei comuni di Merano, Rifiano, San Pancrazio e Moso in Passiria dove si è diffusa la variante sudafricana. Dal 22 febbraio chiunque dovrà entrarvi o uscirvi dovrà effettuare un tampone al massimo 72 ore prima e dimostrare l’esito negativo.