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Camillo Ruini si racconta: "Da sacerdote mi innamorai ma ho resistito"

Camillo Ruini

Compie 90 anni il cardinale Camillo Ruini che si racconta al Corriere della Sera: "da sacerdote mi innamorai, ma ho resistito".

“Fidanzato mai. Da sacerdote mi innamorai ma ho resistito, pur soffrendo”: si racconta, al Corriere della Sera, il cardinale Camillo Ruini nel giorno del suo 90esimo compleanno.

Camillo Ruini si racconta

Il cardinale, che compie 90 anni il 19 febbraio, racconta pezzi rilevanti del suo percorso di vita e di fede al Corriere della sera. “Fidanzato mai. Sono stato attratto fortemente da alcune donne, ma ho sempre cercato di resistere e, pur soffrendo, ci sono riuscito, con l’aiuto decisivo del Signore”, racconta Ruini. Il cardinale chiarisce se questa attrazione sia avvenuta prima o dopo l’esser diventato sacerdote: “Anche dopo. L’attrazione per le donne è inestirpabile nell’uomo e di per sé non è affatto un peccato”.

L’infanzia in tempi di dittatura

“Mussolini e il fascismo non mi piacevano; specialmente da quando l’Italia entrò in guerra. Dicevo ai miei compagni di scuola che l’avremmo perduta, e per questo un dirigente fascista di Sassuolo si lamentò con mio padre Francesco, che era favorevole al regime. Mi raccomandò di essere più prudente, ma non mi rimproverò. Aveva anche lui i suoi dubbi, aiutò gli ebrei che conosceva a mettersi in salvo dalle leggi razziali”, racconta Ruini a proposito della sua infanzia.

Il periodo della guerra civile

“È stato il periodo peggiore. Da entrambe le parti si sono compiuti atti di inaudita crudeltà e ferocia. Per grazia di Dio, la mia famiglia è stata risparmiata, probabilmente perché mio padre era un medico molto stimato e generoso, che curava gratuitamente parecchi poveri. In quel periodo si è prodigato per curare i feriti delle due fazioni”.

Camillo Ruini e politica

“Non ho sostenuto Berlusconi o qualche altro politico come tale. Ho cercato di realizzare alcune cose; e in questo mi sono trovato non di rado in sintonia con Berlusconi”, spiega il cardinale.

Si è espresso anche su Romano Prodi, di cui celebrò le nozze con la moglie Flavia Franzoni: “Oggi i nostri rapporti sono scarsi ma buoni. Da giovane sacerdote a Reggio Emilia sono stato molto legato a lui e alla sua famiglia di origine. Le nostre strade si sono diversificate molto prima del referendum sulla procreazione assistita, quando la crisi della Dc diventò irreversibile e Romano si collocò a sinistra, diventando rapidamente il leader di quello schieramento. Che sosteneva posizioni etiche e antropologiche che non potevo condividere”.

“Declino della Chiesa italiana è innegabile”

Sulla Chiesa italiana oggi: “Purtroppo un certo declino è innegabile. Le cause sono molte. La principale è la forza della secolarizzazione, anzi della scristianizzazione che attraversa le società occidentali e si allarga anche oltre; ad esempio in America Latina. Non dobbiamo però rassegnarci, tanto meno disperare. Occorre insistere nell’evangelizzazione e prendere posizioni chiare, coraggiose e realistiche sui problemi che interessano alla gente. Soprattutto, dobbiamo aver fiducia nel Signore che non abbandona il suo popolo”, conclude Ruini.