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Meno 38% di vaccinati in due settimane senza AstraZeneca

Meno 38% di vaccinati in due settimane senza AstraZeneca

Meno 38% di vaccinati in due settimane senza AstraZeneca, e se lo stop fosse confermato mancherebbero più di 37 milioni di dosi da qui a settembre.

Meno 38% di vaccinati in due settimane senza AstraZeneca, e il buio se lo stop dovesse diventare definitivo. La sospensione di AstraZeneca è un provvedimento precauzionale, ma l’eventuale conferma di uno stop la campagna vaccinale accuserebbe colpo in maniera drastica. E con essa il Piano vaccini appena varato dal Commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo. Qualche dato: nei sei mesi a venire si registrerebbe l’arrivo del 25% in meno delle dosi. Ma è già il dato immediato, quello legato alla temporaneità dello stop, a preoccupare. Da questi giorni e fino a fine marzo andrebbe perso circa il 38% delle dosi complessive. Questo perché della campagna vaccinale AstraZeneca è fetta determinante.

Meno 38% di vaccinati senza AstraZeneca

In soldoni mancherebbero all’appello più di 37 milioni di dosi da qui a settembre. E veniamo alla situazione italiana così come è nei piani, o nelle pie intenzioni di governo e commissario. Da noi dovrebbero essere somministrare 200 mila dosi di vaccino al giorno. Poi dalla prossima settimana 300 mila e fino ad arrivare al fatidico tetto di 500 mila, auspicato dal silente governo Draghi e indicato da studi internazionali di peso. Due giorni fa la cifra campeggiava proprio fra le pagine del Piano. Una drastica accelerazione insomma che avrebbe dovuto portare a immunizzare l’80% degli italiani entro settembre. Parole del Commissario straordinario Figliuolo. Questo il libro dei sogni, poi c’è la realtà. Perché la programmazione di quelle cifre poggiava quasi tutta sul ‘bastione’ di AstraZeneca.

Quanto “pesa” AstraZeneca

Da aprile a settembre andrebbero somministrate in tutto 137,34 milioni di dosi, per lo più utilizzate per il secondo richiamo. Di esse 34,81 dosi sono di AstraZeneca. I conti spiccioli non mentono: con lo stop verrebbe meno il 25% delle dosi totali. E i cambiamenti non sono solo quelli in fosca previsione per aprile, basta fermarsi a marzo, ai prossimi 14 giorni cioè. E i dati li dà il ministero della Salute: di circa 7,5 milioni di dosi di vaccino attesi entro fine marzo in Italia, quasi 2,9 milioni sono di AstraZeneca, mentre il resto, circa 3,8 milioni, sono a trazione Pfizer, poi meno di un milione di Moderna. Senza AstraZeneca il totale delle dosi in arrivo entro marzo passerebbe da 7,5 milioni a 4,6 milioni circa. E non basta: dall′8 al 14 marzo sono state somministrate in Italia circa 395 mila dosi di AstraZeneca. Parliamo di una media di 56.500 dosi al giorno. Insomma, il problema c’è, è grosso e non vede risoluzione.

Doccia scozzese per Alessio D’Amato

Se ne è accorto anche Alessio D’Amato, assessore regionale alla sanità del Lazio che giusto prima dello stop cautelare in scia con gli altri paesi stava per sfoderare una rete vaccinale monstre: “La sospensione di AstraZeneca è un danno enorme alla campagna vaccinale. In questo modo si bloccano a Roma e nel Lazio 35 hub vaccinali tra i quali La Nuvola e l’Aeroporto di Fiumicino e oltre 2 mila medici di medicina generale”. L’unità di crisi regionale si è già riunita d’urgenza, ma senza indicazioni nette di Aifa e Governo è solo un summit per guardarsi in faccia e dire: “E adesso?”.