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Strage di Macerata, Luca Traini: confermata la condanna a 12 anni di reclusione

Condanna

La condanna a 12 anni di reclusione emanata nei confronti di Luca Traini, autore della strage di Macerata, è stata confermata dalla Cassazione.

Il simpatizzante di estrema destra Luca Traini, 31enne originario delle Marche, è stato condannato dalla Corte diCassazione a scontare 12 anni di reclusione, in quanto reputato colpevole di aver tentato di effettuare una strage motivata dall’odio raziale. L’uomo è, al momento, detenuto presso il carcere di Montacuto, ad Ancona.

Strage di Macerata, l’aggressione di Luca Traini

Nella mattinata del 3 febbraio 2018, Luca Traini lasciò la propria abitazione, situata a Tolentino, per recarsi a Macerata a bordo della propria auto. Per compiere il suo viaggio, l’allora 28enne scelse di portare con sé una pistola Glock, da usare per sparare dal finestrino a tutti i ragazzi di colore che avesse incontrato lungo il tragitto. La furia di Traini, poi, venne scatenata contro la struttura territoriale del Partito Democratico, presente nel comune di Macerata, che venne colpita con svariati colpi di pistola.

Circondato, poi, da carabinieri e agenti di polizia, il neofascista, con un tricolore avvolto intorno al collo, decise di consegnarsi alle forze dell’ordine in prossimità del monumento ai Caduti di Macerata, mimando il saluto romano e urlando a pieni polmoni “Viva l’Italia”. Prima di essere fermato, tuttavia, era riuscito a ferire sei persone, nessuna delle quali trovata in pericolo di vita.

Nelle ore successive all’arresto, Luca Traini venne interrogato dagli inquirenti e, in questa circostanza, dichiarò che le azioni compiute erano volte esclusivamente a vendicare il brutale omicidio di Pamela Mastropietro, 18enne romana uccisa dal nigeriano Innocent Oseghale, che smembrò il cadavere della giovane rinvenuto in due differenti trolley nelle vicinanze di una strada che attraversa la provincia di Macerata.

Cassazione, confermata la condanna a 12 anni di carcere

In merito agli avvenimenti del 3 febbraio 2018, si è recentemente pronunciata la Corte di Cassazione che ha condannato Luca Traini per il reato di strage aggravata dall’odio raziale. La sentenza è stata pronunciata in primo grado e, poi, confermata in appello. Inoltre, è stato anche ribadito il diritto al risarcimento riservato alle vittime e alle parti civili coinvolte e rimaste ferite durante l’assalto del 31enne.

L’avvocato difensore di Luca Traini, Giancarlo Giulianelli, ha più volte ripetuto come il comportamento del suo assistito non fosse stato motivato dall’odio raziale rivendicando la tesi del tentato omicidio plurimo piuttosto che confermare la volontà di stragismo.

Nonostante le affermazioni del legale, tuttavia, in casa dell’accusato sono stati rinvenuti elementi come una copia del Mein Kampf di Adolf Hitler e svariate bandiere raffiguranti la croce celtica che sembrano rafforzare la componente razziale dell’aggressione, perpetrata per l’appunto ai danni di giovani di colore.

In occasione dell’udienza tenutasi nella mattinata di mercoledì 24 marzo 2021, l’avvocato difensore Giulianelli si è recato in aula per poi rinunciare al suo incarico a causa della nuova nomina ricevuta per il ruolo di garante dei diritti per le Marche. Il professionista, quindi, è stato sostituito dal professor Franco Coppi, che ha presenziato all’udienza insieme ai legali delle parti civili.

Le ideologie politiche di estrema destra di Luca Traini

Luca Traini era particolarmente noto per le sue tendenze politiche e i suoi ideali di estrema destra negli ambienti del maceratese già prima della tentata strage a sfondo raziale, improvvisata nel mese di febbraio 2018. Nel 2017, infatti, l’uomo si era candidato con la Lega Nord alle elezioni del consiglio comunale di Corridonia, luogo abitato da circa 15mila abitanti, collocato in provincia di Macerata, non ricevendo però alcuna preferenza

Inoltre, il 31enne simpatizzava apertamente con diverse organizzazioni eversive e di estrema destra. Per sottolineare il proprio orientamento, ad esempio, si era anche fatto tatuare il simbolo del movimento neofascista battezzato Terzaposizione, istituito da Roberto Fiore – attuale leader di Forza Nuova – nel corso degli anni ’70 del secolo scorso. Il simbolo in questione ha origini tedesche e ricalca quello tipico delle SS naziste afferente, in particolare, alla Panzer-Division “Das Reich”.