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Charles Baudelaire: vita, poesie e frasi celebri del "poeta maledetto"

Baudelaire: vita, poesie e frasi celebri

Vita, opere e frasi celebri di Charles Baudelaire, il più grande esponente del Simbolismo, nonchè uno dei maggiori poeti francesi di tutti i tempi.

Poeta, scrittore e aforista francese appartenente alla corrente del Simbolismo, Charles Baudelaire è considerato una delle più importanti personalità del 1800: ha dato vita infatti a poesie e frasi celebri ritenute pilastri della letteratura francese. Egli ricerca la provocazione nelle sue opere e i temi scabrosi che vi affronta all’interno sono la causa dello scandalo che genera nei suoi lettori.

Charles Baudelaire: la vita

Nasce a Parigi il 9 aprile 1821 e a soli sei anni rimane orfano di padre, evento che gli causerà notevoli sofferenze. Un altro trauma deriva dalla decisione della madre di risposarsi con il generale Jacques Aupick, uomo superficiale e insofferente alla fragilità emotiva del bambino. Fin da subito dimostra un atteggiamento altamente incurante della disciplina. A 18 anni infatti viene espulso per cattiva condotta dal liceo che frequentava. Riuscito comunque a terminare gli studi, prosegue la sua carriera universitaria prima in una facoltà di legge ma in seguito decide di seguire la sua passione letteraria.

Si trova a suo agio negli ambienti delle Boheme, in cui conosce artisti del calibro di Eduard Manet e si innamora di una prostituta da cui contrarrà la sifilide. Questo evento porterà la famiglia ad allontarlo, constringendolo a un esilio in India. Partito ma ribellatosi poco tempo dopo, torna in Francia e si innamora di un’attrice che sarà musa ispiratrice di molte sue liriche. A causa dell’assidua frequenza con cui consuma alcol e droghe, gli viene affidato un tutore e confiscata la rimanente eredità non ancora dilapidata. È il 1844 quando a causa di ingenti problemi economici tenta ripetutamente il suicidio.

Terminati i suoi sentimenti rivoluzionari dopo il colpo di stato di Luigi Napoleone avvenuto il 2 dicembre del 1851, il giovane riprende la sua carriera letteraria. Nei successivi anni si dedica alla scrittura dei suoi capolavori e a quella che si può definire a tutti gli effetti un’autodistruzione, fino a che morirà tra le braccia materne il 31 agosto 1867.

Charles Baudelaire: le poesie

Punta di diamante della sua attività letteraria è sicuramente “I fiori del male” (1857), una raccolta di poesie bandita neanche un mese dopo la pubblicazione e che gli causerà un processo giudiziario per aver offeso la morale pubblica e il buon costume. Quest’opera rappresenta la concezione della vita di un uomo addolorato che si sente totalmente inadeguato nei confronti della società. L’amore e la solitudine vengono rappresentati qui in modo doloroso o come esperienza spirituale. La religione viene completamente aborrita e la morte viene vista come fonte di salvezza, seconda solo al rifugio temporaneo che offrono alcol e droghe. All’interno di quest’opera si trovano molti riferimenti e omaggi a grandi artisti e intellettuali come Leonardo da Vinci, Michelangelo Buonarroti e Rembrandt.

Nel 1866 pubblica “Relitti”, 23 poesie nelle quali si evidenzia lo stile di questo “poeta maledetto”. Stile caratterizzato dalla dicotomia “morale-vizio” e che esprime meravigliosamente la sua percezione della miseria umana. Tra le più famose opere vanno ricordate anche “I Paradisi Artificiali”, un saggio sulle sensazioni che prova dopo l’assunzione di droghe, e “Lo spleen di Parigi”, una raccolta di poemetti provocatori che riflettono sentimenti, abitudini e personaggi della Parigi a lui contemporanea.

Charles Baudelaire: le frasi celebri

All’interno delle dissacranti e scabrose poesie di Baudelaire possiamo ritrovare numerose frasi che esprimono perfettamente la sua vita e il suo pensiero, per esempio:

  • Ma che importa l’eternità della dannazione a chi ha trovato, in un secondo, l’infinito del piacere?
  • L’amore è molto simile a una tortura o a una operazione chirurgica. Anche se i due amanti sono molto innamorati e colmi di reciproci desideri, uno dei due sarà sempre più calmo o meno invasato dell’altro. Quello, o quella, è l’operatore, ovvero il carnefice; l’altro, o l’altra, l’assoggettato, la vittima.
  • Chi beve solo acqua ha un segreto da nascondere.
  • Diffidiamo del popolo, del buon senso, del cuore, dell’ispirazione, e dell’evidenza.
  • Dio è il solo essere che, per regnare, non ha nemmeno bisogno di esistere.