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Max Weber: vita, opere e frasi del padre della sociologia moderna

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Vita, opere e frasi del più grande sociologo tedesco di fine Ottocento, Max Weber, padre del pensiero sociologico moderno.

Sociologo, filosofo ed economista, Weber nel corso della sua vita ha scritto numerose opere, da cui si ricavano tante frasi celebri, in ambito di sociologia politica e sociologia della religione. Il suo apporto teorico è stato fondamentale per la nascita di quella che ora viene definita sociologia moderna.

Max Weber: la vita e le opere

Weber nasce il 21 aprile 1864 a Erfurt, in Germania, da un’importante famiglia protestante. Sin da piccolo si appassiona alla filosofia e alla letteratura classica, tant’è che si appassiona alle opere di Omero, Cicerone, Machiavelli e Schopenhauer. Già a 14 anni scrive due saggi storici, uno sulla storia tedesca e uno sull’Impero romano. Frequenta l’università di Heidelberg, di Berlino (dove si laurea nel 1889), di Gottinga e nel 1893 si sposa con Marianne Schnitger. Nello stesso anno ottiene la cattedra di Economia politica all’Università di Friburgo mentre nel 1896 ottiene la stessa cattedra ma all’Università di Heidelberg.

Nel 1903 è colpito da una grave malattia nervosa che lo costringe a rassegnare le dimissioni e che lo porta a compiere molti viaggi in Italia, Corsica e Svizzera. Dal 1905, dopo aver compiuto un viaggio in USA molto formativo e importante per il suo pensiero sociologico, inizia a intyeressarsi di politica e nello specifico della Rivoluzione Russa. Negli anni precedenti alla Prima Guerra Mondiale la casa di Weber a Heidelberg diventa il centro di frequenti visite intellettuali.

Nonostante l’adesione al nuovo partito democratico nato con la Repubbica di Weimar egli non partecipa mai come dirigente alla vita politica della nazione. Finita la guerra viene mandato a Parigi come membro della commissione per la riparazione dei danni di guerra, collaborando alla redazione del Libro bianco tedesco. Dopo altri incarichi ufficiosi e alcune battaglie contro l’antisemitismo muore il 14 giugno del 1920.

Le opere più famose

Le sue opere sono percorse da un senso di inquietudine e di critica alla società che hanno portato molti studiosi a paragonarle a quelle di Nietzsche. Nonostante la sua bibliografia sia molto numerosa, la sua opera maestra che va indubbiamente citata è “L’etica protestante e lo spirito del capitalismo”, composta tra il 1904 e il 1905. In questo saggio il sociologo individua nel lavoro come valore in sè l’essenza del capitalismo e fa risalire all’etica protestante il suo spirito.

In altre parole Weber ritiene che la mentalità e quindi l’etica del protestantesimo, in particolare del Calvinismo, sia l’origine del pensiero capitalistico moderno definendo la prima come predisposizine culturale necessaria alla nascita della seconda. Come la fede nel protestantesimo vale per se stessa ed è del tutto separata dalle azioni dell’individuo, così nella visione capitalistica il lavoro e la produzione sono valori morali in sé, separati da ogni risultato esterno. Il profitto va reinvestito perché il Beruf (lavoro) ha un valore in se stesso, non per i piaceri che può procurare.

Max Weber: le frasi celebri

All’interno delle sue opere, così come delle sue lezioni universitarie, so possono ritrovare numerosi aforismi che esplicitano il pensiero del sociologo:

  • Lo scoraggiamento è la scusa degli imbecilli.
  • Sono gli interessi (materiali e ideali), e non le idee, a dominare immediatamente l’agire dell’uomo. Ma le “concezioni del mondo”, create dalle “idee”, hanno spesso determinato ‐ come chi aziona uno scambio ferroviario ‐ i binari lungo i quali la dinamica degli interessi ha mosso tale attività.
  • Il guadagno è considerato come scopo della vita dell’uomo, e non più come mezzo per soddisfare i suoi bisogni materiali. Questa inversione del rapporto naturale, che è addirittura priva di senso per il modo di sentire comune, è manifestamente un motivo fondamentale del capitalismo così come è estranea all’uomo non tocco dal suo soffio.