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Cutro, la denuncia dei migranti: "Gli scafisti non ci hanno fatto chiamare i soccorsi". Sale il bilancio delle vittime

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Sono stati recuperati altri tre corpi di vittime del naufragio di Cutro: due di questi erano bambini. Sale a 79 il numero delle vittime. Alcuni dei migranti sopravvissuti hanno raccontato altre verità su quel tragico giorno

Emergono nuovi, inquietanti dettagli sul tragico naufragio di Cutro: questa volta a parlare sono direttamente i sopravvissuti che hanno puntato il dito contro i loro scafisti.

“Gli scafisti non ci hanno fatto chiamare i soccorsi”: la denuncia dei sopravvissuti alla tragedia di Cutro

Interpellati dagli inquirenti al lavoro sul caso, i migranti che erano presenti sulla barca naufragata sulle coste calabresi hanno dichiarato:

Appena giunta vicino alla spiaggia italiana, nel tardo pomeriggio del 25 febbraio, uno scafista turco ci ha detto che eravamo giunti in Italia e che potevamo salire sopra coperta per pochi minuti. Abbiamo fatto pure un piccolo video inneggiando alla fine del viaggio anche se non riuscivamo a vedere la costa. Nonostante ciò l’imbarcazione spegneva il motore senza pertanto navigare verso costa. In quel momento» uno dei due scafisti faceva dei video con il proprio telefono cellulare inneggiando a un trafficante asserendo che i suoi migranti erano giunti in Italia.

Come appreso dall’AdnKronos, inoltre, alcuni dei superstiti lo scorso 1 marzo hanno dichiarato:

Intanto il mare diveniva sempre più agitato e uno degli scafisti turchi ci mostrava una mappa sul cellulare cercando di tranquillizzarci e dicendoci che eravamo ormai vicini all’Itali. Nonostante ciò noi migranti ci stavamo un po’ agitando perché non comprendevamo il motivo per cui si stava esitando a raggiungere la costa. Peraltro noi non potevamo nemmeno telefonare ai soccorsi perché i membri dell’equipaggio erano dotati di un sistema elettronico che bloccava le linee telefoniche. Gli scafisti, invece, erano dotati di una ricetrasmittente satellitare ma non chiamavano i soccorsi, peraltro gli scafisti avevano anche invertito la rotta allontanandosi; loro scendevano sottocoperta a dirci di non denunciarli alla Polizia in caso di controllo ma di riferire che erano migranti come noi

Cutro, trovati altri tre corpi: due sono bambini

Nel frattempo le ricerche da parte dei soccorritori nelle zone limitrofe alla spiaggia di Cutro: nella mattinata di domenica 12 marzo sono stati recuperati altri tre corpi nella zona di Praialonga, a un paio di chilometri a nord di Steccato di Cutro, e due di questi erano bambini, l’altra salma un uomo.

L’uomo è stato ritrovato sulla spiaggia, il primo bambino in mare, mentre il secondo poco dopo non lontano dalluogo del naufragio.

Per entrambi però è difficile presumere l’età a causa delle pessime condizioni dei corpi, rimasti in mare per oltre 15 giorni.

Sale così a 79 il numero delle vittime, 32 delle quali minori e tra loro 24 compresi nella fascia d’età tra 0 e 12 anni.

In 5mila al corteo per le vittime

Rete Asilo e altre associazioni, movimenti e sindacati hanno organizzato un corteo sulla spiaggia di Cutro. A commemorare le vittime del naufragio erano presenti 5mila persone. Tra questi tanti sindaci tra quei quello di Cutro, Vincenzo Voce e l’ex primo cittadino di Riace, Mimmo Lucano.