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Dazi, possibile rinvio degli aumenti: apertura di Trump mentre sigla l’accordo con la Cina

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Trump non avrebbe ancora deciso sui dazi previsti per il 9 luglio, già rinviati ad aprile, che coinvolgono anche l’UE. Ecco cosa sappiamo.

La questione dei dazi sulle importazioni resta al centro delle tensioni commerciali tra gli Stati Uniti e numerosi partner internazionali, inclusa l’Unione europea. Originariamente previsti per il 9 luglio, questi aumenti, già rinviati lo scorso aprile, potrebbero subire ulteriori ritardi. Donald Trump, infatti, sembra ancora indeciso sulla tariffa da applicare, aprendo alla possibilità di un rinvio in un momento cruciale per i rapporti commerciali globali.

Dazi, possibile rinvio degli aumenti: Trump firma l’intesa con la Cina

L’amministrazione statunitense ha recentemente siglato un accordo commerciale significativo con la Cina, indicando un possibile cambiamento nella politica commerciale. Durante un evento alla Casa Bianca dedicato alla promozione di una legge sulla spesa pubblica, il presidente Donald Trump ha annunciato la firma dell’intesa con Pechino e ha suggerito che l’India potrebbe essere il prossimo partner con cui concludere un accordo importante.

“L’accordo con la Cina è stato firmato ieri”, ha dichiarato Trump, aggiungendo che un’altra intesa rilevante è in arrivo, forse proprio con l’India.

Dazi Usa-Ue: possibile rinvio degli aumenti e trattative aperte su un accordo

Le trattative con l’Unione Europea sono ancora in corso e, secondo fonti vicine al dossier, la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha informato i leader europei di aver ricevuto una controproposta da parte degli Stati Uniti riguardo al negoziato sui dazi. L’offerta statunitense, composta da un documento sintetico, delineerebbe un possibile “accordo provvisorio” tra Usa e Ue. In passato, la Casa Bianca aveva espresso critiche sulla lentezza dell’Europa, attribuendola ai diversi interessi interni e alla mancanza di un interlocutore unico con poteri decisionali.

All’interno dell’Unione, il dibattito rimane aperto: la Germania, con il cancelliere Friedrich Merz, spinge per un’intesa rapida, anche se imperfetta, mentre la Francia adotta un atteggiamento più prudente, opponendosi a un accordo che preveda un dazio al 10%, giudicato da Emmanuel Macron potenzialmente “asimmetrico”.

Trump ha avvertito che, in assenza di accordi, le tariffe saranno comunque incrementate, probabilmente tornando ai livelli previsti ad aprile. Nel frattempo, Washington ha avviato trattative con i suoi principali partner commerciali, che hanno finora portato a due intese: una con il Regno Unito per dazi al 10% e un’altra con la Cina per una riduzione temporanea del 15% delle tariffe per 90 giorni.

Secondo la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, l’amministrazione Trump potrebbe valutare una proroga della scadenza di luglio per l’entrata in vigore dei dazi più alti, ma la decisione definitiva spetta al presidente.

Il segretario al Commercio, Howard Lutnick, ha espresso ottimismo sulla possibilità di raggiungere un accordo con l’Europa, lodando il “lavoro eccellente” svolto dall’UE nonostante un avvio lento. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz, al termine del summit europeo di Bruxelles, ha dichiarato che la Commissione è stata incoraggiata a finalizzare rapidamente un’intesa con gli Stati Uniti entro le due settimane a disposizione. Ha aggiunto, tuttavia, che qualora non si arrivasse a un accordo sui dazi, l’Unione europea è pronta e in grado di adottare autonomamente le misure necessarie.