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Draghi è deciso a rassegnare le dimissioni: nessun ripensamento per il premier

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Il premier Draghi è determinato a rassegnare le dimissioni: secondo Bloomberg, il premier non ha alcun ripensamento sulla sua decisione.

Draghi è determinato a rassegnare le dimissioni, il prossimo giovedì 21 luglio a Roma. Lo riporta Bloomberg che ha sottolineato il venir meno dell’appoggio del Movimento 5 Stelle al Governo, dopo aver appreso la notizia da fonti vicine al presidente del Consiglio italiano.

Draghi è deciso a rassegnare le dimissioni: nessun ripensamento per il premier

Mario Draghi ha ribadito di essere determinato a dimettersi dal ruolo di Presidente del Consiglio la prossima settimana. La decisione è scaturita nel momento in cui il premier ha appreso di non avere più l’appoggio del Movimento 5 Stelle che non ha votato la fiducia in Senato. La notizia è stata riferita da Bloomberg che ha spiegato di aver appreso l’informazione da fonti vicine a Draghi.

Nonostante il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella abbia respinto le dimissioni del premier esortandolo a verificare i numeri della maggioranza, Draghi non sembra essere disposto a riconsiderare la sua decisione di lasciare il Governo. Pertanto, si prevede che ribadirà la posizione già espressa quando riferirà alle Camere il prossimo mercoledì: è quanto hanno spiegato le fonti di Bloomberg.

Le dimissioni di Draghi getterebbero l’Italia nello scompiglio proprio mentre l’Europa sta affrontando una crisi energetica fomentata dal conflitto russo-ucraino. L’instabilità politica dell’Italia, inoltre, arriva in un momento difficile per l’eurozona, afflitta dall’inflazione.

La decisione di dimettersi vanificherebbe i frenetici tentativi di Mattarella e di altri leader politici di evitare una crisi di Governo prima del discorso di Draghi di mercoledì. La reazione del mercato alle turbolenze è stata finora relativamente contenuta, poiché gli investitori sembrano essere convinti che l’ipotesi delle elezioni anticipate sia ancora relativamente improbabile.

Ipotesi elezioni anticipate

Da quando è stato nominato da Mattarella per guidare l’Italia attraverso la pandemia di Covid-19 all’inizio del 2021, Draghi ha detto che sarebbe rimasto in carica solo se avesse avuto il sostegno di tutti i partiti della coalizione di governo. Nelle ultime settimane ha ribadito la stessa linea, mentre crescevano le tensioni con Conte, che ha contestato apertamente la risposta di Draghi alla crisi economica e si è anche opposto all’invio di armi dell’Italia in Ucraina.

Se Mattarella dovesse indire nuove elezioni, il voto dovrebbe avvenire entro 70 giorni. In base ai sondaggi attuali, una coalizione di centro-destra guidata da Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni vincerebbe se i suoi membri rimanessero uniti. Ciò potrebbe comportare un accordo con la Lega, guidata da Matteo Salvini, che ha minacciato di abbandonare la coalizione di Draghi. Ma il panorama politico è in evoluzione ed è possibile che nessun gruppo abbia la maggioranza.

Anche se l’ex premier Giuseppe Conte ha innescato la situazione attuale, dovrà decidere se è nell’interesse del suo partito andare al voto anticipato: la popolarità dei 5 Stelle, infatti, è gradualmente crollata da quando sono entrati a far parte del governo e si trovano in una condizione di evidente debolezza da un punto di vista politico.