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Fmi taglia le stime del Pil "L'Italia mantenga la Fornero"

Fmi, Pil italiano al ribasso

Il Fmi ha rivisto al ribasso le proiezioni per il Pil italiano nel 2018 e 2019. Tagli anche per gli Stati Uniti e tutta l'eurozona.

Il Fondo monetario internazionale ha rivisto al ribasso le stime del Pil italiano per il 2018 e il 2019. È quanto emerge dal World Economic Outlook. Nel 2017 il Pil del Bel Paese segnava +1,7%, mentre per il 2018 è previsto +1,2% e +1,0% per il 2019. La revisione segna un taglio di due punti percentuali rispetto a quanto stimato dal Fmi ad aprile 2018. Il motivo è il “deterioramento della domanda esterna e interna” e “l’incertezza sull’agenda del nuovo governo“.

Fmi “L’instabilità di governo frena la crescita”

“Le recenti difficoltà nel formare un governo in Italia e la possibilità di un rovesciamento delle riforme o l’attuazione di politiche che potrebbero danneggiare la sostenibilità del debito hanno innescato un aumento dello spread“, continuano i portavoce del Fmi. Questo “potrebbe scoraggiare gli investimenti privati e indebolire l’attività economica in diversi Paesi, aumentando la possibilità di riforme più lente o significativi cambi negli obiettivi”.

La legge Fornero e l’occupazione

Per quanto riguarda le riforme, il Fondo è convinto che l’Italia dovrebbe mantenere la legge Fornero sulle pensioni. “In Italia le passate riforme pensionistiche e del mercato del lavoro dovrebbero essere preservate e ulteriori misure andrebbero perseguite, quali una decentralizzazione della contrattazione salariale per allineare i salari con la produttività del lavoro a livello aziendale”.

È previsto, invece, un aumento dell’occupazione nel Paese. Il tasso di disoccupazione, che nel 2017 ha raggiunto quota 11,3%, dovrebbe arrivare al 10,8% nel 2018 per poi scendere ulteriormente a 10,5% per l’anno successivo. Cifre comunque superiori a quelle dell’eurozona, dove nel 2018 il tasso è di 8,3% ed è previsto l’8,0% per il 2019.

Le stime per l’eurozona

Ribasso previsto non solo per l’Italia, ma anche per gli Stati Uniti e per tutta la zona euro. I Paesi che hanno adottato la moneta unica vedranno un aumento del Pil del 2,0%, ovvero -0,2% rispetto alle stime di luglio. “Nell’area euro i Paesi con limitato spazio di bilancio (per esempio Francia, Italia e Spagna) dovrebbero usare questo periodo di crescita sopra il potenziale e di politica monetaria accomodante per ricostruire cuscinetti di bilancio, che potrebbero alleviare le tensioni”, suggerisce il Fmi.