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Spread, dopo i litigi nel governo schizza in zona 330 punti

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Lega e M5s litigano sulla "manina" che avrebbe manomesso il decreto fiscale. La Ue tuona contro la manovra. E lo spread è ai massimi dal 2013

Lega e Movimento 5 stelle litigano sul decreto fiscale. Tutti i Paesi dell’Unione europea, di fatto, criticano l’Italia e la sua manovra a Bruxelles. Sono le novità che già da ieri mettono in apprensione i mercati. Nella mattina di venerdì lo spread fra Btp e Bund è schizzato verso l’alto. Il differenziale, dopo i primi minuti di contrattazione, segna 331 punti contro i 327 della chiusura di ieri, giovedì quando aveva toccato i massimi degli ultimi 5 anni. Il rendimento del decennale italiano è pari al 3,72%.

La lettera della Commissione Ue

La Commissione Ue ieri ha inviato una lettera al governo italiano per contestare una deviazione “senza precedenti” dei conti pubblici dalle regole del patto di stabilità. E se questo è un fatto che può avere inciso sulle spread, anche se era già noto da tempo ai mercati che la manovra non sarebbe piaciuta a Bruxelles, molto di più hanno inciso le tensioni nel governo. Per la prima volta dall’insediamento, a un certo punto, è sembrato che il governo potesse implodere. Le tensioni sulla presunta “manina” che avrebbe manomesso il decreto fiscale ha lasciato conseguenze nella maggioranza: Salvini, in un primo momento, aveva annunciato di voler disertare il Consiglio dei ministri (Cdm) di sabato, causando l’ira del premier Giuseppe Conte che era sbottato: “Il Cdm di sabato sul dl fiscale si farà, il premier sono io”. Ora la situazione sembra volgere verso un compromesso che dovrebbe prendere forma proprio nel Cdm. Salvo ulteriori colpi di scena.