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Spread oggi:l'andamento del differenziale Btp-Bund in Italia

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Spread oggi sotto i 300 punti base. Dall'Europa arriva l'ultimatum sulla manovra. Il documento va modificato entro il 13 novembre.

Lo spread ha chiuso a 289 punti base. Piazza Affari ha terminato la prima seduta della settimana in leggera perdita. Venerdì 2 novembre, infatti, il differenziale Btp e Bund aveva chiuso sotto i 300 punti base. Arriva l’ultimatum dell’Eurogruppo. La Manovra deve essere modificata entro il 13 novembre.

Spread oggi

Lo spread, cioè il differenziale tra i Btp italiani e i Bund tedeschi, ha chiuso la giornata di lunedì 5 novembre a 289 punti base. Il rendimento dei Btp a 10 anni era fissato attorno al 3,32%. Lo spread aveva raggiunto il 292, per poi tornare sul valore iniziale.

Martedì 6 novembre, il valore si attestava attorno ai 290 punti base all’apertura. A metà mattinata il valore è salito a 294 poi raggiungere il picco di 299 punti base. Nel primo pomeriggio lo spread si attestava sui 297 punti base.

Nella giornata di venerdì 2 novembre, lo spread era sceso ampiamente sotto i 300 punti con un tasso di rendimento dei titoli decennali del tesoro del 3,335%. Piazza Affari aveva segnato un rialzo, sulla scia della speranza di un accordo che ponesse fine alla guerra commerciale Usa e Cina.

Nella giornata del 5 novembre, quindi, Piazza Affari si è rivelata la peggiore in Europa, complice l’ultimatum dell’Eurogruppo. L’Unione infatti continua a esprimere giudizi severi sulla Manovra e chiede il rispetto delle regole.

Ultimatum sulla Manovra

Dall’Europa nel frattempo arriva l’ultimatum: la Manovra deve essere modificata entro il 13 novembre. Se così non fosse, la commissione procederà per violazione delle regole del debito. Le modifiche però slitteranno inevitabilmente a gennaio. Tramontata l’ipotesi di avviare la procedura all’Ecofin del 4 dicembre. “Non ci sono i tempi tecnici” hanno spiegato dall’Ue. Nella giornata di lunedì si è svolto a Bruxelles un incontro tra il ministro Tria e il commissario Pierre Moscovici.

Le tensioni sulla manovra hanno però lasciato al Paese un debito notevole. L’aumento dei tassi d’interesse sui titoli del Tesoro da maggio a oggi ha portato ad un aggravio della spesa per interessi di 6,4 miliardi rispetto ai tassi dell’aprile 2017. L’incremento della spesa verrà spalmato sulle varie scadenze dei Btp pluriennali. L’aggravio riguarda le scadenze a medio e lungo termine (10 e 5 anni). Quindi anche se a breve lo spread dovesse rientrare, resterà comunque l’aggravio di spesa per i collocamenti fino ad oggi.

In occasione della giornata mondiale del risparmio, Ignazio Visco, governatore di Bankitalia ha dato qualche notizia dello spread sulla spesa pubblica. Se non venisse assorbito, provocherebbe già dal prossimo anno, maggiori spese per interessi per 0,3 punti percentuali. Nel 2020 salirebbe di mezzo punto, per arrivare a 0,7 punti nel 2021.