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Ponte di Pasqua 2019, scatta il caro benzina: stangata da 110 milioni

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Le proteste dei gilet gialli sono iniziate per il caro benzina. Brutta sorpresa anche per gli automobilisti italiani prossimi alle vacanze di Pasqua.

Arrivano le vacanze e come spesso accade il rifornimento alla pompa diventa più caro. Il Codacons stima una stangata per le festività pasquali pari a 110 milioni di euro. L’Uecoop sottolinea invece come le tasse sui carburanti comincino a pasare davvero troppo sulle famiglie e sulle imprese: “Per un pieno da 55 litri lo Stato si mette in tasca oltre 48 euro sul diesel e più di 55 euro sulla benzina”.

Nuova stangata

“Stangata complessiva da più 110 milioni di euro per i costi di rifornimento”. E’ quando denuncia il Codacons, commentando i rialzi sulla benzina e sul gasolio in vista delle festività pasquali. In base ai dati di Uecoop, l’Unione europea delle cooperative, l’aumento sarebbe mediamente di un centesimo al litro. L’associazione dei consumatori stima infatti che rispetto al 2017 “per un pieno di carburante si arriverà a spendere più 4 euro per la benzina e più 5,5 euro per il gasolio”.

“Un aggravio di spesa che avrà nei prossimi giorni effetti pesanti per le tasche dei cittadini, considerato che milioni di italiani si sposteranno in auto lungo la penisola per le feste di Pasqua, gite fuori porta a Pasquetta, e per i ponti del 25 aprile e 1 maggio” sottolinea il presidente Carlo Rienzi.

Il peso delle tasse

A pesare, come sempre, sono soprattutto le tasse. L’Uecoop ha calcolato infatti che “nell’ultimo anno hanno inciso per il 63 per cento sul prezzo al dettaglio della benzina e per il 59,5 per cento per quello del gasolio”.

“In pratica, ogni volta che un automobilista si ferma alla stazione di servizio per un pieno da 55 litri lo Stato si mette in tasca oltre 48 euro sul diesel e più di 55 euro sulla benzina, fra accise e Iva” viene fatto notare. L’Unione europea delle cooperative avverte quindi che “la spesa per i carburanti ha pesanti ripercussioni sui bilanci delle famiglie e delle imprese con l’Italia, che è nella top ten mondiale per il carburante più costoso”.