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Alitalia, è stallo: si teme nuovo rinvio

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Per il 15 luglio potrebbe non esserci la quadra, motivo per il quale si andrebbe incontro al quinto rinvio.

E’ tempo per il premier Conte di scogliere i dubbi relativi alla vendita di Alitalia. Si avvicina infatti sempre più la possibilità di un quinto rinvio della scadenza, prevista per il 15 luglio, e il passaggio politico auspicato dal presidente del Consiglio, ovvero “una sintesi politica” sarebbe cruciale, per lo meno se si volesse arrivare alla soluzione naturale del caso, ovvero la partecipazione ufficiale di Atlantia, il gruppo che già controlla gli aeroporti di Roma e Autostrade per l’Italia. La società entrerebbe in questo caso a far parte del consorzio guidato da Fs e composto da Mef e Delta Airlines. Proprio in merito alla partecipazione di Atlantia, si era espresso Luigi Di Maio che aveva negato una proposta ufficiale da parte della società. L’unica alternativa per scongiurare un nuovo rinvio è dunque che Di Maio trovi un nuovo partner, disposto a mettere sul piatto una quota che si aggiri intorno al 35-40%.

Il futuro di Alitalia

Si tratta di un momento delicatissimo per il futuro di Alitalia e si prevedono in questi giorni incontri e dossier per fare chiarezza sul da farsi. Ad incontrarsi saranno infatti Ferrovie dello Stato, il gruppo Toto e German Efromovich. E’ stallo invece sul quarto partner che dovrebbe completare il gruppo, anche se di fatto i contatti con Atlantia non sono mai stati persi. La situazione inizia però ad appesantirsi, e dopo quattro rinvii potrebbe non esserci ancora la soluzione, motivo per il quale potrebbe rendersi necessario l’intervento di Conte. Quest’ultimo sarebbe se non altro un modo per tenere distinto il futuro di Alitalia dalla questione della revoca delle concessioni autostradali auspicata da Di Maio. Il ministro dello Sviluppo Economico aveva infatti, nonostante tutto, invitato Atlantia a presentare la propria offerta, ma era poi tornato alla carica sulle concessioni.

Il ruolo di Palazzo Chigi

Se dovesse esserci un nuovo rinvio, dal 15 al 30 luglio, si tratterebbe di quello definitivo. In tal caso la palla passerebbe nelle mani di Conte. “Come presidente del Consiglio non mi posso sottrarre. Tutti i dossier più importanti passano nelle mani del premier che fa una sintesi politica con il pieno coinvolgimento dei ministri competenti”. Queste erano state le parole pronunciate a margine del G20, e ora, qualche settimana dopo, sembra arrivato il momento di agire.