Agitazione in tutta Italia contro l’aumento dei canoni demaniali marittimi (+25,15%), decretato dal premier della Lega Matteo Salvini e dal ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti. In Versilia i balneari protestano contro le aste della Bolkestein: «Il governo mantenga le promesse».
L’aggiornamento dell’indice Istat dell’inflazione
Calcolato ma mai applicato negli ultimi 32 anni, l’aggiornamento dell’indice Istat sull’inflazione ha portato un cambiamento tanto prevedibile quanto inaspettato: il canone minimo di una concessione viene portato a 3.377,50 euro l’anno; l’apparente stangata non è altro che l’aggiornamento dei dati finora bloccati. I sindacati Sib (Confcommercio) e Fiba (Confesercenti) scendono in campo. Il rincaro è definito «ingiustificato e ingiusto» da parte di Antonio Capacchione (Sib) e Maurizio Rustignoli (Fiba) in una nota congiunta: stando ai dati Istat, l’indice del 2022 è pari all’1,5% e un aumento in questo caso dell’8,1% va oltre il triplo dell’inflazione.
In Versilia non c’è troppa preoccupazione
Il presidente dei balneari di Lido di Camaiore (LU) Marco Daddio smorza l’allarme: «La circolare ministeriale si riferisce al decreto 321 del 30 dicembre e fissa nel 25,15% l’aggiornamento Istat dei canoni che era stato calcolato ogni anno, ma mai applicato dal 1990». Parlando di soldi dovuti e di aumenti riferiti al passato, continua: «Questo non ci spaventa. Fa paura invece il fatto che adesso manchino 365 giorni all’obbligo delle aste delle concessioni […] e il governo Meloni non abbia ancora dato indicazioni che confermino le promesse fatte in campagna elettorale».