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Enrico Letta, di' qualcosa sulla Palestina

Enrico Letta Palestina

Che Salvini sia innamorato dell’eccesso di difesa è evidente, ma che Enrico Letta decida di confondersi con quella schiera è qualcosa che lascia basiti. 

Niente, non ce la fa Enrico Letta a forgiare parole nette sulla questione israeliana e continua a nuotare nella fanghiglia provando a metterci una pezza dopo la pessima figura rimediata mentre svettava in piazza a Roma al fianco di Salvini (e tutto il centrodestra compatto come non mai, inclusa Italia Viva) a fare la majorette di una manifestazione che si è spinta a bollare come “terrorismo” la protesta di palestinesi che subiscono una legge razziale, evidentemente su base etnica, che concede agli ebrei di ottenere lo sgombero delle case in nome di una storia che viene letta solo da una parte sola.

Forse davvero è stato così incauto (e allora è davvero troppo incauto per il suo ruolo da segretario del PD) da credere davvero che una telefonata all’ambasciatrice palestinese abbia lo stesso valore di una foto di gruppo sul palco con la Comunità Ebraica, con quella solita bolsa “equidistanza” che è solo l’abito per la festa della vigliaccheria. E forse non si rende conto che il cordoglio di borotalco sui 140 morti palestinesi circa da lunedì è qualcosa che stride, come se l’altissimo numero dei civili (e di bambini) non fosse un segnale abbastanza chiaro per dirci che qui di “strategico” non c’è nulla e che siamo nel mezzo di un eccesso di legittima difesa perfettamente convergente con gli interessi di pulizia etnica del governo israeliano.

Che poi, se ci pensate bene, che Salvini sia innamorato dell’eccesso di difesa che finisce nel sangue è evidente in tutti i campi, mica solo quando si parla di Medio Oriente, ma che Enrico Letta decida di confondersi con quella schiera è qualcosa che lascia basiti.

È normale che gli scritti del PD (e molti tra i parlamentari e i dirigenti) abbiano giudicato molto male l’atteggiamento del loro segretario: basterebbe sapere che gli sfollati israeliani del 1948 sono un numero incomparabilmente minore rispetto ai palestinesi e non vivono in campi simili a recinti ma hanno case perfettamente abitabili in Israele. Basterebbe anche sapere che il diritto internazionale (quello che viene sventolato quando torna comodo ma che poi si trasforma solo in un tiepido consiglio quando richiede posizioni coraggiose) da anni ha stabilito regole e modi a cui lo stato di Israele continua a sentirsi superiore.

E verrebbe da chiedersi, solo per citare un esempio, se bombardare un palazzo in cui ci sia la sede di al-Jazeera e di agenzie di informazione, tra le quali l’Associated Press, possa davvero essere raccontato come legittima difesa senza provare nemmeno un minimo di vergogna, se davvero vogliamo credere alla tesi di Israele che ogni volta che colpisce dei civili ripiega su “obiettivi strategici” o su “scudi umani”. E anche se fosse, caro Letta, sorge spontanea una domanda: lei sparerebbe sugli scudi umani? Così, tanto per capirsi, tanto per capire a che punto è questo PD sul tema.

E ha un suono sinistro anche la toppa che il segretario del PD prova a mettere invitando l’Europa a intervenire, con questo modo tutto italiano di usare l’Europa come sacco dell’umido della viltà di non prendere posizione, come se l’Europa fosse il livello superiore che deve prendersi il coraggio di dire quello che i governi nazionali non hanno il coraggio di pronunciare. “Abbiamo detto chiaramente, anche nel portare solidarietà, che la legittima difesa non autorizza quel che sta accadendo in queste ore”, ha detto Letta aprendo la direzione nazionale del partito, inserendosi perfettamente nella narrazione israeliana ancora una volta, come se non riuscisse a osservare la situazione senza infilare l’occhio nella lente di una parte sola.

E alla fine si scivola sempre nella solita formula trita della “pace e dei due Stati”, ripetuta come una mantra sperando che funzioni per narcotizzare il dibattito.

Caro Letta, dì qualcosa sulla Palestina, dicci cosa ne pensi di questi morti. Prova a chiedere alla base del PD cosa ne pensi della questione Israelo-Palestinese. Con il manicheismo del mondo quei territori continuano a essere teatro di oppressione: evidentemente esistono oppressi e oppressori, no?