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Thailandia, italiano condannato a morte: "Sono innocente"

cavatassi

Denis Cavatassi è stato condannato alla pena di morte in Thailandia per omicido nei confronti del suo ex socio Luciano Butti.

L’agronomo Denis Cavatassi è stato condannato alla pena capitale in Thailandia. L’uomo si è trasferito in Asia nel 2009 dove ha fatto carriera da imprenditore. L’accusa è di omicidio colposo ai danni del suo vecchio socio Luciano Butti, ucciso da diversi colpi di pistola. L’imprenditore si dichiara innocente ed è l’indagato principale dal 2011. La condanna a morte non è ancora definitiva: dopo 7 anni di carcere duro sembra, però, poterlo diventare.

I fatti

L’imprenditore sessantenne Luciano Butti, nativo di Montevarchi, paesino di provincia di Arezzo, fu brutalmente ucciso da tre proiettili mentre viaggiava a bordo del suo scooter a Phuket, la più grande delle isole thailandesi. Le indagini delle forze dell’ordine portano all’arresto di tre persone, tra cui Denis Cavatassi. L’accusa dimostra l’esistenza di un movente: il debito di Butti nei confronti di Cavatassi di circa 200mila euro. L’accusato nega l’esistenza di quest’ultimo, ma la Corte lo incarcera ugualmente.

Dopo la sentenza l’imprenditore abruzzese è stato imprigionato in un carcere di massima sicurezza. Le condizioni dell’uomo sono critiche: infatti, secondo quanto riporta la moglie thailandese, Cavatassi è rinchiuso in condizioni pessime e disumane: caviglie incatenate in una piccolissima cella che condivide con diversi detenuti. I maltrattamenti sono giornalieri. La sentenza di assoluzione non arriva e sono diventati 7 gli anni di reclusione.

La moglie sta cercando di rendere la vicenda mediatica. Sono arrivate anche le parole del presidente della Camera Roberto Fico: “L’Italia ripudia incondizionatamente la pena di morte: stiamo facendo il possibile per cambiare l’esito della sentenza. Siamo vicini alla famiglia di Denis”.