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UK, bullismo a scuola: aumentano i casi di siriani aggrediti

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Due giovani ragazzi siriani giunti in Inghilterra con la propria famiglia sono stati oggetto di violenze a scuola. Aggressioni riprese e messe sul web

Due ragazzini originari della Siria e giunti nel Regno Unito nell’ambito di un programma delle Nazioni Unite hanno dovuto subire reiterate violenze da parte di alcuni compagni della scuola che frequentano, presso la città di York. Violenze filmate e postate su internet, e che facendo il giro del web hanno causato un’ondata di indignazione e supporto nei loro confronti.

La loro famiglia, di cui per motivi di privacy non si conosce il nome, dopo essere fuggita dalla violenza del regime di Bashar al Assad e della guerra civile che dilania il paese ormai dal lontano 2011 è giunta ad approdare oltremanica dopo un primo periodo di permanenza in Libano.

Ma per i due figli della coppia di rifugiati originaria della ormai distrutta città di Homs – un maschio di 15 anni e una femmina di qualche anno più piccola, – lo sbarco sulle coste del vecchio continente non ha purtroppo coinciso con il termine delle persecuzioni.

Aperta una indagine per aggressione

La polizia dell’ovest Yorkshire ha infatti comunicato di avere aperto una inchiesta per indagare su un’aggressione motivata da questioni razziali ripresa in un video e in seguito diventato virale.

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Scene nelle quali si vede un ragazzo di qualche anno più grande andare dritto dal giovane siriano. Per poi – non appena raggiunto – prenderlo per il collo e sbatterlo violentemente a terra. Una volta immobilizzato, l’aggressore gli ha rovesciato sul viso una bottiglietta d’acqua, in un terribile tentativo di imitazione della pratica del waterboarding.

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Ti affogo”, continuava a ripetere alla sua vittima. Che nel giro di qualche secondo è riuscita a divincolarsi e a tirarsi su, sottraendosi alla presa e allontanandosi. Aggressore, che da quanto emerge, avrebbe postato in più occasioni contenuti della formazione sovranista “Britain First”.

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Aggredita anche la sorella minore

Un episodio che non sarebbe il primo. Solo uno di una serie, dalla quale non sarebbe riuscita a sottrarsi nemmeno la sorella minore del ragazzo. Dopo il primo video, ne è infatti emerso un secondo, le cui riprese risalirebbero allo stesso giorno.

Anche in queste riprese si assiste ad una aggressione. In questo caso si può vedere quella che sembrerebbe essere una ragazza avvicinarsi ad un’altra studentessa che indossa il velo. E che – tra spintoni e grida – glielo strappa rabbiosamente prima di spingerla per terra. Ragazza che, secondo alcune fonti, avrebbe già una volta tentato il suicidio, proprio a causa delle vessazioni subite, tagliandosi i polsi con un frammento di vetro.

L’avvocato della famiglia, Mohammed Akunjee, afferma che “Il ragazzo e la sorella sono stati oggetto di così tanti abusi da averci portato a scegliere di rivolgerci direttamente al parlamentare di riferimento”.

Secondo il legale il fatto che la ragazza “Abbia dovuto subire un’aggressione successivamente a quella subita dal fratello, e nonostante le preoccupazioni da noi espresse alla scuola in seguito a tale abuso” sarebbe indice di un inaccettabile immobilismo. Questo perchè, nonostante il responsabile della prima aggressione sia stato espulso dalla scuola, la situazione si è dimostrata non essere migliorata di molto.

L’impennata dei crimini d’odio

Insomma, una serie di aggressioni che mette in allarme le autorità del paese. Autorità che negli ultimi anni sono chiamate a dover affrontare una vera e propria impennata di casi simili. Secondo i dati diffusi dalla polizia, infatti, negli ultimi 5 anni si sarebbe assistito al raddoppio di tali crimini, passando dai 42.255 casi registrati nel 2012-13 ai 98.098 del 2016-17. Un aumento del 123%, che vede i suoi picchi in concomitanza degli attentati vissuti dal Regno Unito, e del referendum sulla Brexit.