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"Riaperta la caccia alle balene", il Giappone esce dall'Iwc

"Riaperta la caccia alle balene", il Giappone esce dall'Iwc

Il Giappone esce dall'Iwc e autorizza la caccia alle balene da Giugno 2019. Ministro dell'agricoltura Takamori Yoshikawa: "Scelta dura".

Il Giappone ha detto sì alla caccia alle balene. Dopo un lungo braccio di ferro con i Paesi più “protezionisti” della Commissione Internazionale per la caccia alle balene, i giapponesi hanno infine strappato gli accordi: da giugno 2019 il dragone tornerà in mare per cacciare. “Una scelta dura”, ha commentato il ministro all’agricoltura e pesca, Takamori Yoshikawa, ma che il Paese ha deciso di prendere alla luce del gran rifiuto di Australia e Nuova Zelanda di promuovere un programma di caccia sostenibile, che compensasse il progetto di conservazione delle specie.

La caccia alla balena

Caccia alle balene? “Attività obsoleta e non necessaria”. La posizione fortemente negativa di Nuova Zelanda e Australia nei confronti della caccia ai grossi cetacei ha portato alla definitiva rottura con il Giappone. Sull’uscita del Paese del dragone dall’Iwc è intervenuto anche Yoshihide Suga, segretario di gabinetto del governo di Shinzo Abe: “All’interno dell’organizzazione non è possibile neanche la coabitazione di Paesi con visioni differenti“. Da giugno 2019 le baleniere giapponesi torneranno in mare con il benestare dell’esecutivo, con l’imposizione, però, di attaccare solo cetacei di specie non a rischio di estinzione, ma che al contrario sono presenti in grande quantità. Nella lista di caccia, quindi, presumibilmente figureranno esemplari appartenenti alla famiglia della balenottera minore, ma solo se presenti in acque di pertinenza economica del Giappone.

L’Iwc “politicizzato”

L’Iwc sarebbe politicizzato. L’accusa del Sol Levante nei confronti della Commissione è durissima: non solo l’Iwc sarebbe diventato – a detta dei giapponesi – un’istituzione prettamente protezionista, ma anche politicizzata, al servizio di Greenpeace e Wwf. Proprio quest’ultime avevano definito inizialmente l’Iwc come il “club dei macellai”. Da allora, però, i tempi sarebbero cambiati, con le stesse associazioni animaliste che si sono espanse, allargando il proprio bacino d’influenza, in particolar modo nei confronti dell’opinione pubblica, diventando un punto di riferimento per la stessa Iwc. Tale influenza è stata giudicata dai giapponesi come nociva. Motivo? Avrebbe tradito gli obiettivi originari della Commissione. Questi ultimi si concretizzerebbero nella ricerca di una giusta via di mezzo tra conservazione delle specie a rischio e la proposta di una caccia sostenibile. Ora che il Giappone ha lasciato l’Iwc, la possibilità che si possa riprendere un dialogo sulla questione sembra essere remota.