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Siria, 15 bambini morti di freddo nei campi profughi

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La tormenta che sta attraversando la Siria, così come la mancanza di cure mediche, ha provocato la morte di 15 bimbi in fuga dalla guerra.

In una Siria ancora flagellata dalla guerra tra forze siriane e stato islamico, a pagare con la vita il prezzo di un sempre più assurdo e lungo conflitto, sono i bambini. Si contano ben 15 vittime nell’ultimo mese, causate dal gelo che ha colpito la Siria e dalle precarie condizioni di vita nei campi profughi.

Siria, morti 15 bambini sfollati

Quindici bimbi sfollati sono rimasti vittime del gelido inverno siriano, come riportato dall’Unicef. Complice della strage di bimbi e neonati (il più piccolo aveva appena un’ora di vita) è anche la mancanza di cure mediche, negli enormi e sovraffollati campi profughi, situati nelle zone di confine. La denuncia dell’Ong rivela che 8 di queste piccole vittime risiedevano nel campo di Rukban, dove lo stato piegato dalla guerra confina con la Giordania. A Rukban, enorme campo profughi che ospita ben 45mila sfollati, l’80% dei rifugiati è composto da donne e bambini. Gli altri 7 casi di queste morti infantili nell’ultimo mese sono avvenuti nel confine orientale, durante la fuga dal bastione jihadista di Hajin.

Isis, la preoccupazione dell’ONU

I vertici delle Nazioni Unite si sono detti “estremamente preoccupati” per la situazione siriana nelle sponde del fiume Eufrate, dove le Forze Democratiche Siriane stanno ancora combattendo contro l’Isis che, contrariamente a quanto precedentemente affermato da Donald Trump, è tutt’altro che sconfitta. Come ha dichiarato l’ONU, “La battaglia di Hajin sta mietendo sempre più vittime tra i civili, soprattutto donne e bambini, che si trovano anche a corto di scorte di cibo e acqua”. Rudaw ha riportato che sono appena meno di 20mila le persone rimaste sfollate in quell’area dallo scorso dicembre.

Il duro appello dell’Unicef

Le vite dei bambini continuano ad essere troncate da condizioni di salute che potrebbero essere prevenibili o curabili. Non ci sono scuse perché questo continui a succedere nel 21° secolo. La tragica perdita di vite causata dall’uomo deve finire adesso”. Così l’Unicef ammonisce i responsabili di questa strage di innocenti, dinanzi alla quale tutto il mondo si sta voltando dall’altra parte, in una complice accettazione passiva. Ciò che si legge dopo è un amaro presagio “Senza servizi di assistenza sanitaria solidi e accessibili, protezione e rifugi, molti altri bambini moriranno giorno dopo giorno a Rukban, Deir-Ez-Zor e in ogni altro luogo in Siria. La storia ci giudicherà per queste morti che avrebbero potute essere evitate”.