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Usa, medico asporta rene a paziente sbagliato

rene sbagliato

Incredibile caso in un ospedale americano. Un medico ha confuso le cartelle cliniche di due pazienti, asportando un rene ad un uomo sano.

Il medico Ankur Parikh impiegato presso l’ospedale Saint Vincent di Worcester è stato protagonista di un grave errore sul lavoro. Nel 2016 aveva confuso le cartelle cliniche di due pazienti con lo stesso nome. Parikh aveva infatti rimosso un rene ad Albert Hubbard, salvo poi accorgersi che si trattasse
dell’Albert Hubbard sbagliato. Nessuna grave conseguenza per il medico, che è stato solo gravemente rimproverato.

L’errore medico

Due pazienti con lo stesso nome, è questa la ragione dell’errore medico in cui è incappato Ankur Parikh, 37enne del Massachussets. La vittima dell’incredibile errore si chiama Albert Hubbard, esattamente come un paziente ricoverato per un tumore al rene. I due si trovavano entrambi alla Saint Vincent di Worcester e si erano sottoposti ad un’ecografia all’addome. Le due cartelle sono però state scambiate, con conseguente confusione nella diagnosi. All’Hubbard sano è stato in realtà diagnosticato un tumore al rene con una prospettiva di vita di 5 anni. Non c’era altra soluzione se non l’asportazione dell’organo, motivo per cui Hubbard, dopo aver superato lo choc iniziale si è sottoposto all’intervento. Nel momento in cui il patologo ha analizzato il rene si è però accorto di essere di fronte ad un organo perfettamente sano.

La sentenza

Una volta accortosi del gravissimo errore, il medico è stato costretto ad avvertire il malcapitato. “Mi sembrava di sognare – ha raccontato Hubbard -. Da un lato ero contento perché non avevo alcun tumore, dall’altro mi sentivo disperato e arrabbiato per aver perso inutilmente il mio rene“. E’ stata subito avviata una causa giudiziaria contro l’ospedale, e a due anni e mezzo di distanza è arrivata la sentenza: Parikh ha subito un rimprovero ufficiale da parte dell’autorità sanitaria, la quale ha rilevato tre errori fondamentali: il più grave è stato sicuramente quello di non aver confrontato le date di nascita dei due pazienti. Nonostante la sentenza, la vittima dell’errore ha detto di voler continuare la propria battaglia contro la struttura.

L’Hubbard effettivamente malato si è invece sottoposto all’intervento in un secondo momento.