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Uk, si suicida credendosi impotente dopo un intervento

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Si è suicidato credendo di essere impotente. La tragedia risale al 2006, il ragazzo aveva 21 anni.

Il 21enne si era sottoposto a un intervento chirurgico ai testicoli, ma dopo 10 giorni si è tolto la vita credendo di essere diventato impotente. Era disperato, e non ha preso in considerazione l’ipotesi che potesse trattarsi semplicemente di una reazione fisiologica all’anestetico. La vicenda risale al 2006, ma è tornata alla ribalta grazie alla madre, che ha aperto un centro per aiutare i ragazzi che si trovano in situazioni simili a quella che ha vissuto James: “Non si sentiva più uomo”.

Convinto di essere impotente

James Wentworth Stanley si è tolto la vita a soli 21 anni, dopo aver subito un intervento ai testicoli. Era il dicembre 2006 quando il ragazzo, sparandosi un colpo di testa, si uccise con la convinzione di essere diventato impotente. La famiglia non si è data pace per quanto accaduto: “Mi diceva quasi tutto di lui, ma non sapevo che stesse così male e che stesse pensando al suicidio” aveva confessato Harry, il fratello 17enne di James, in un’intervista al Daily Mail. “Quell’intervento lo fece sentire spogliato del suo essere uomo – ha detto la madre -. Ciò che non sapevo era che lui fosse preoccupato di essere diventato impotente”.

Aperto un centro di aiuto

La madre di James, Claire Milford Haven, ha aperto un centro di supporto, che ha chiamato James Place, che si pone l’obiettivo di aiutare i ragazzi che si ritrovano in situazioni simili a quella vissuta da James, per evitare che arrivino a gesti tragici. La donna ci tiene a sottolineare l’importanza della prevenzione, nel raccontare come il figlio fosse giù di morale per via dell’intervento: “Gli dissi che l’anestetico poteva dare questi effetti, e che poteva volerci un pò per guarire”. Ciò per cui la madre, però, ancora oggi non si da pace, è la bassa priorità data al figlio nella sezione sanitaria relativa ai potenziali suicidi, quando il giovane aveva provato a farsi aiutare: “Ha chiesto aiuto, non voleva morire”.