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Caos in Bolivia: esplosioni e scontri dopo le elezioni

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I manifestanti hanno dato fuoco agli uffici elettorali e alla sede della Corte Suprema. Scontri anche per le strade

Gravi scontri e proteste in 6 delle nuove province della Bolivia. Stando a quanto riportano i media locali, la causa risiederebbe nell’annuncio del Tribunale elettorale della vittoria al primo turno del presidente attuale Evo Morales: nessun ballottaggio dunque. La comunicazione, però, ha scatenato il panico. Una folla di sostenitori di Mesa ha dato fuoco agli uffici elettorali e alla sede della Corte Suprema, mentre i supporter dei due contendenti si sarebbero affrontati per strada.

Caos in Bolivia: nessun ballottaggio

In un primo momento, i dati facevano pensare ad un ballottaggio tra Morales e il suo predecessore, Carlos Mesa, che si sarebbe tenuto il prossimo 15 dicembre. Tuttavia, il tribunale elettorale ha interrotto lo spoglio con l’83,76% dei voti scrutinati annunciando che, secondo il riconteggio, Morales avrebbe vinto al primo turno con un distacco di oltre dieci punti dal secondo votato. Gli oppositori del presidente hanno quindi insinuato che i funzionari del Tribunale volessero aiutare Morales ad evitare il ballottaggio in cui avrebbe dovuto affrontare un’alleanza di opposizione. Da lì sono scoppiati i disordini che hanno mandato nel caos diverse città.

Al potere da 13 anni

Evo Morales è l’attuale presidente, e sarebbe al potere da ben 13 anni. Nel caso in cui si fosse andati al ballottaggio, sarebbe stata la prima volta in cui si sarebbe reso necessario un secondo turno di elezioni. Già nei giorni precedenti, gli osservatori dell’Osa avevano espresso preoccupazione e hanno monitorato attentamente lo svolgimento della tornata elettorale.