> > Impeachment Trump, la Camera vota sì alla messa in stato d'accusa

Impeachment Trump, la Camera vota sì alla messa in stato d'accusa

Camera Usa risoluzione poteri di guerra

Sì all'impeachment per Trump dalla Camera degli Usa: il voto passerà ora al Senato, probabilmente a inizio gennaio.

Come previsto, la Camera dei Rappresentanti americana, a maggioranza democratica, ha espresso voto favorevole per dare il via all’impeachment nei confronti di Donald Trump. Il parere è stato il medesimo riguardo entrambi i capi di imputazione, votati separatamente. 230 sono stati i voti favorevoli all’articolo 1 della risoluzione, mentre 197 i contrari. Per quanto riguarda il secondo articolo, 229 deputati hanno votato sì e 198 no.

Voto su impeachment Trump

Ciò è quanto di più grave può accadere per un Capo di Stato e prima del Tycoon sono soltanto tre nella storia dell’America i casi precedenti. L’ultimo, il 19 dicembre 1998, riguardò Bill Clinton. Prima di lui toccò a Andrew Jackson e Richard Nixon, che però si dimise prima del voto della Camera.

I capi di imputazione nei confronti di Trump sono, come detto, due, ovvero abuso di potere e ostruzione dell’inchiesta condotta dal Congress. In particolare avrebbe esercitato pressioni sul presidente ucraino Volodymyr Zelensky affinché la magistratura di Kiev riaprisse un’indagine per corruzione a carico del figlio di Joe Biden, attuale candidato democratico in vista della corsa alla presidenza. Avrebbe quindi tentato di demolire un avversario promettendo all’Ucraina 400 milioni di dollari di aiuti militari.

Dopo il voto positivo di oggi, dall’esito scontato, il processo si sposterà al Senato, probabilmente il 6 gennaio 2020. Qui i repubblicani hanno la maggioranza, a differenza di quanto accade alla Camera, per cui potrebbero assolvere il loro leader.

Mentre era in corso la discussione precedente alle votazioni, durata circa sei ore, la presidente della Camera dei Rappresentanti Nancy Pelosi ha parlato di Trump come di una minaccia costante. Ha poi aggiunto che ha violato la Costituzione e abusato dei suoi poteri per perseguire un interesse personale. Alle sue parole hanno fatto eco quelle del diretto interessato che ha commentato la plenaria sui suoi profili social. “Questo è un assalto all’America e un assalto al Partito Repubblicano!“, ha scritto in uno dei suoi cinquanta tweet pubblicati.