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Coronavirus, boom di contagi: in Israele torna il lockdown

Israele

Decisione inevitabile a causa del rapido aumento di nuovi positivi: Israele ha annunciato un nuovo lockdown di due settimane.

Al fronte del picco di contagi (più di 31.000 all’attivo) degli ultimi tempi, il comitato ministeriale di Israele per il coronavirus ha disposto un lockdown di due settimane. Il governo dovrà convalidare la decisione in data 13 settembre. Il lockdown toccherà i festeggiamenti del capodanno ebraico, il Rosh ha-Shanà, e il digiuno del Kippur. Nel caso in cui la disposizione avrà effetti positivi, non è escluso che subirà degli allentamenti in maniera, comuque, molto graduale. Secondo quanto riportato dai media, è probabile che il lockdown entrerà in vigore dopo il 16 settembre, ovvero quando il premier Benyamin Netanyahu tornerà da Washington. Presso la capitale USA saranno infatti firmati, in data 15 settembre, gli accordi di pace fra Israele ed Emirati arabi uniti.

Israele in lockdown: i limiti della popolazione

Una volta che il lockdown sarà entrato in vigore, gli israeliani non potranno allontanarsi dalle proprie case per oltre 500 metri. Le attività scolastiche saranno fermate, così come tutti gli esercizi privati non ritenuti indispensabili. Le preghiere potranno essere effettuate all’aperto, oppure in spazi ritenuti idonei dalle autorità sanitarie.

Raggiunti livelli di guardia

Lo scorso 10 settembre, prima che il comitato ministeriale disponesse il lockdown, gli ospedali hanno fatto presente come siano stati raggiunti livelli di guardia nei dipartimento per il coronavirus, soprattutto nei territori più colpiti dalla pandemia. Sempre il 10 settembre, in Italia, il bollettino ha registrato 1.597 contagi in un giorno, con una media di 94.186 tamponi effettuati. In crescita ricoveri (+58) e le terapie intensive (+14). Trend in risalita anche in Francia che ha registrato altri 9.840 casi in 24 ore.