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Usa, scarcerati tre afroamericani condannati per omicidio

Tre afroamericani scarcerati: prove trattenute

Usa, scarcerati tre afroamericani condannati per omicidio, il giudice di New York Zayas riconosce dopo 25 anni che la procura non agì correttamente

Negli Usa sono stati scarcerati tre afroamericani condannati per omicidio. Per un giudice di New York le prove che li avrebbero potuti scagionare all’epoca del processo sono state occultate. I tre afroamericani sono George Bell, Rohan Bolt e Gary Johnson. Nel 1996 i tre vennero condannati con la gravissima accusa di aver ucciso un agente fuori servizio e un cambiavalute. Il fatto era avvenuto nel corso di una rapina. Ebbene, dopo 25 anni Bell, Bolt e Johnson sono stati scarcerati. Il giudice Joseph Zayas ha infatti dichiarato illegittima la sentenza. E il motivo è gravissimo: le prove che potevano scagionarli furono “deliberatamente trattenute” dai loro avvocati e dall’accusa.

Usa, scarcerati afroamericani condannati per omicidio: i fatti

Le vittime del delitto ascritto ai tre erano Ira Epstein e l’ufficiale del New York Police Departement Charles Davis, la rapina ebbe come teatro il quartiere di Queens. E il giudice che ha ribaltato il caso è proprio una toga in forza alla Corte Suprema del Queens. Il giudice ha agito con mozione congiunta assieme al procuratore distrettuale ed ha rilasciato gli uomini. E lo ha fatto in un momento storico in cui negli States le  esecuzioni federali sono state incrementate.

Le dure parole del giudice Zayas

Ecco le parole del giudice Zayas a corredo della decisione: “Questi tre imputati sono stati indubbiamente danneggiati dalla cattiva condotta dell’ufficio del procuratore distrettuale alla fine degli anni ’90, ma quella cattiva condotta ora priva le famiglie delle vittime di qualsiasi speranza di chiusura del caso a cui si erano aggrappate”.
Nel frattempo La Police Benevolent Association della Polizia di New York, già scesa in campo a tutela dei suoi iscritti in occasione delle recenti polemiche  in coda al movimento Black lives matter ha chiesto alla procura di riaprire il caso.